Decreto in arrivo, in vigore nuove norme. Magrini (Coldiretti): “Manodopera indispensabile, ma bisogna combattere le false domande, anche con l’aiuto delle organizzazioni di categoria”
Roma – 13 gennaio 2017 – Saranno 17 mila gli stagionali stranieri che nel corso di quest’anno potranno arrivare dall’estero in Italia a lavorare per qualche mese in aziende dei settori agricolo e turistico alberghiero.
I nuovi ingressi saranno autorizzati da un decreto flussi che conterrà anche quote per gli ingressi non stagionali (pochi e con vincoli stretti, come l’aver partecipato a speciali corsi di formazione nei Paesi d’Origine) e per le conversioni di permessi di soggiorno. Il testo, che dovrebbe essere pubblicato nelle prossime settimane, fisserà anche le date per far partire le domande online, i cosiddetti clic day.
Non dovrebbero esserci novità rispetto ai Paesi di provenienza, con la conferma di quelli già previsti dai decreti degli scorsi anni. Via libera, quindi, a lavoratori cittadini da Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Ucraina e Tunisia.
Intanto, sono però cambiare alcune regole su ingresso e soggiorno degli stagionali. Tra le altre cose, sono stati specificati per legge i settori di impiego, semplificati gli ingressi pluriennali di lavoratori che sono stati già qui negli scorsi anni e introdotte norme più stringenti sull‘alloggio e contro le aziende che li fanno arrivare in Italia ma poi non li assumono. Ecco un quadro più dettagliato e le spiegazioni dei ministeri dell’Interno e del Lavoro.
“I flussi stagionali non possono essere utilizzati per chi è già qui senza permessi di soggiorno o per impiegare lavoratori in settori diversi dall’agricoltura o dal turismo. L’obiettivo è impedire ‘false domande’ che comunque non hanno speranza di essere accolte, ma che ingolfano la procedura a scapito dei veri lavoratori stagionali e delle aziende che ne hanno bisogno urgentemente, ad esempio perché partono le campagne di raccolta” dice a Stranieriinitalia.it Romano Magrini, responsabile politiche del lavoro di Coldiretti.
Con tutti i disoccupati che già sono in Italia, italiani e stranieri, che bisogno c’è di nuovi ingressi? “Il lavoro occasionale nei campi già assorbe una parte di disoccupati, ma ci sono migliaia di lavoratori stranieri che da anni vengono per qualche mese in Italia e hanno un rapporto stretto, ormai strutturale con le aziende. Sono già formati, anche sul piano della sicurezza, e sono insostituibili. Le nuove quote sono comunque indispensabili” spiega Magrini.
Tra i Paesi d’Origine previsti dal decreto flussi ce ne sono alcuni lontanissimi. Viene da chiedersi se davvero possa essere conveniente pagarsi viaggi simili per venire poi a lavorare qui solo per pochi mesi. “Evidentemente è così e comunque ormai ci sono moltissimi voli low cost. Una spesa che viene ammortizzata ampiamente con le retribuzioni, gli euro guadagnati in Italia servono anche a investire in attività che si portano avanti in patria durante il resto dell’anno” assicura l’esperto di Coldiretti.
C’è comunque da aspettarsi che anche quelle 17 mila quote, complice la scarsa informazione e gli appetiti poco leciti di alcuni intermediari, si presteranno a strumentalizzazioni. “Ci saranno probabilmente tante domande presentate senza requisiti, destinate comunque ad essere bocciate. È un fenomeno che si potrebbe combattere seriamente solo facendo passare tutte le domande per le organizzazioni di categoria, che potrebbero filtrarle e far partire solo quelle dietro le quali c’è una vera offerta di lavoro stagionale. Noi lo suggeriamo invano da anni” conclude Magrini .
Elvio Pasca