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Lavoratori stranieri delle multinazionali, i chiarimenti sulle nuove regole

I ministeri dell’Interno e del Lavoro spiegano come sono cambiati ingresso e soggiorno in Italia con il D.Lgsl. 253/2016. Scarica la circolare

 

Roma – 14 febbraio 2017 – Ci sono nuove regole per dirigenti, lavoratori specializzati e tirocinanti stranieri trasferiti temporaneamente nella sede italiana di una multinazionali. L’ingresso in Italia è diventato più facile, grazie a una procedura rapida e semplificata al di fuori quote dei decreti flussi, e una volta qui hanno uno speciale permesso di soggiorno. 

Merito del decreto legislativo  29 dicembre 2016, n. 253, in vigore dallo scorso 11 gennaio, che ha modificato il Testo Unico sull’immigrazione (qui trovate le novità principali). L’Italia ha così recepito la direttiva europea 2014/66/UE sulle “condizioni di ingresso e soggiorno dei dirigenti, lavoratori specializzati, lavoratori in formazione di Paesi terzi nell’ambito di trasferimenti intra-societari”.

Ora i ministeri del Lavoro e dell’Interno hanno diffuso una circolare congiunta nella quale chiariscono le nuove norme. Si va dalle imprese e dai lavoratori ai quali possono essere applicate alle condizioni di lavoro, fino ai casi in cui l’autorizzazione all’ingresso non può essere concessa e alle sanzioni per chi fa un uso distorto di questo nuovo canale. 

Tra le altre cose, la circolare illustra poi nel dettaglio la procedura che le aziende devono seguire per far arrivare in Italia i lavoratori. Le domande, come in altri casi, andranno presentate online e saranno esaminate dagli Sportelli Unici per l’Immigrazione, ma potranno essere sostituite da semplici comunicazioni se le imprese hanno sottoscritto dei protocolli d’intesa con il ministero dell’Interno. 

Ai lavoratori sarà rilasciato un permesso di soggiorno ICT (Intra-corporate transfer), della durata pari a quella del trasferimento richiesto: massimo tre anni per manager e lavoratori specializzati, massimo un anno per i tirocinanti. Indipendentemente alla durata del permesso, potranno anche portare qui i familiari con un ricongiungimento. 

In Italia potranno arrivare anche i lavoratori che hanno ottenuto un permesso ICT da un altro stato dell’Unione Europea. Per soggiorni fino a 90 giorni, basterà una semplice “dichiarazione di presenza”, mentre per quelli superiori ai 90 giorni dovranno chiedere un altro documento (permesso “mobile ICT”) ma potranno già lavorare in Italia mentre attendono il rilascio.

Scarica la circolare congiunta dei ministeri dell’Interno e del Lavoro

DECRETO LEGISLATIVO 29 dicembre 2016, n. 253  Attuazione della direttiva 2014/66/UE sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei dirigenti, lavoratori specializzati, lavoratori in formazione di Paesi terzi nell’ambito di trasferimenti intra-societari.

Stranieriinitalia.it

 

 

 

 

 

 

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