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Lavoratori stranieri: per i top manager sono una marcia in più

"Impatto positivo su economia e vantaggio competitivo". Indagine Eiu-Western Union.

Roma – 21 dicembre 2009 – Un grande valore per l’impresa e un vantaggio competitivo.

E’ l’immagine dei lavoratori immigrati che emerge da un’indagine realizzata dalla società Economist Intelligence Unit (Eiu) per Western Union, intervistando 501 manager (dirigenti, direttori generali e finanziari, membri dei bord) a livello mondiale. Un numero significativo pari al 43% dei C-level executives, cioè i dirigenti globali di alto livello.

Le aziende che si muovono in un mercato sempre più internazionale, dunque, percepiscono appieno il valore della manodopera immigrata: per il 76% dei dirigenti intervistati, infatti, questa ha "un impatto positivo sull’economia" e per il 71% costituisce "un vantaggio competitivo". Quasi l’80% degli alti dirigenti assume immigrati perché questi hanno "competenze". In particolare, nei settori dell’informatica e del marketing.

Ma e’ chiaro che alla base della massiccia presenza di stranieri nei mercati di ogni Paese, c’e’ il fatto che "non vi sono abbastanza lavoratori nazionali per soddisfare la domanda di lavoro", come sottolinea il 30% degli intervistati. E la crisi? Per oltre la metà dei ‘top manager’ intervistati (57%), non modificherà i comportamenti sulle assunzioni di immigrati, anzi. L’11% ha infatti risposto che con la recessione mondiale, la propensione a rivolgersi a personale straniero si e’ accentuata.

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