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Lavoratori stranieri. Più infortuni, meno morti bianche

Dato in controtendenza rispetto agli italiani, tra le vittime sopratutto romeni, albanesi e marocchini. Sono impegnati nei settori più a rischio, spesso non conoscono (o non applicano) le regole della sicurezza. I dati del rapporto annuale dell’Inail

Roma – 5 luglio 2011 – Nel 2010, per la prima volta dal dopoguerra, in Italia ci sono stati meno di mille morti sul lavoro. Dopo il calo record di infortuni del 2009 (- 20,4%) in parte dovuto agli effetti della crisi economica, il 2010 ha registrato un’ulteriore contrazione delle denunce, per un totale di 775.000 complessive, a definitiva conferma del miglioramento ormai “strutturale” dell’andamento infortunistico in Italia.

Lo dice il Rapporto annuale dell’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, presentato oggi. Aggiungendo però che per gli stranieri il 2010 è stato un anno peggiore del precedente: si è passati infatti dai 119.240 infortuni del 2009 ai 120.135 del 2010, con un incremento dello 0,8%.

Proporzionalmente, i lavoratori immigrati si fanno male o muoiono più spesso dei colleghi italiani. Lavorano infatti nei settori più a rischio, come l’edilizia e l’industria metalmeccanica, ma spesso hanno anche una scarsa conoscenza delle regole di sicurezza, oppure, per vari motivi, non le applicano.

All’ incremento registrato dall’Istat ha contribuito in maniera significativa la componente femminile per la quale si è registrato un aumento del 6,8%, contro un calo dell’1,2% dei maschi. Migliore la situazione per i casi mortali che continuano a diminuire passando dai 144 del 2009 ai 138 del 2010 (-4,2%).

Romania, Marocco e Albania sono, nell’ordine, le comunità che ogni anno denunciano il maggior numero di infortuni sul lavoro totalizzandone circa il 40%. Se si considerano, poi, i casi mortali la percentuale arriva al 48%, in calo rispetto al 2009 quando superava il 50%.

Più in dettaglio, nel 2010 la Romania risulta prima nella graduatoria sia per le denunce (circa 18.900) sia per i decessi (30 casi). Il Marocco si colloca al secondo posto con circa 16mila denunce e al terzo posto per i casi mortali (12). L’Albania, infine, terza nelle denunce (12.286 casi), sale al secondo posto nella triste graduatoria degli eventi mortali (25 casi).

Scarica il rapporto annuale dell’Inail

EP

 

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