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Lavoro. Cgil: “Stranieri svantaggiati”

Lo rivela un sondaggio secondo cui gli immigrati sono spesso vittime di comportamenti discriminatori

Milano – 18 giugno 2009 – Avere nazionalità straniera è penalizzante sul luogo di lavoro. Sono concordi su questo i 200 lavoratori italiani e stranieri di Milano iscritti alla Cgil e intervistati per una ricerca sulla parità di trattamento e le discriminazioni sui luoghi di lavoro della Camera del Lavoro di Milano, sviluppata in collaborazione con l’Osservatorio sull’immigrazione dell’Ires. Nella classifica degli elementi più apprezzati infatti il passaporto straniero è in ultima posizione.

E se in testa alla classifica gli italiani mettono l’impegno, gli stranieri posizionano in cima alla graduatoria l’avere la nazionalità italiana. Dallo studio, emerge che i luoghi di lavoro sono ambienti dove si fa integrazione. L’immigrazione è infatti vista come una risorsa per l’84,5% degli italiani e il 95,5% degli stranieri. Il 71,4% degli italiani e il 52,3% degli stranieri sostiene che l’incontro tra culture diverse favorisca la crescita della società. Un parere positivo arriva anche sulla necessità di regolarizzazione dei clandestini e sui lati positivi della multietnicità (il 30,3% di italiani però ci vede anche il rischio di eccesso di manodopera).

Solo il 4,5% degli italiani vede nei clandestini problemi di ordine pubblico e l’86% non ha avuto con loro alcun rapporto problematico. Questo non esclude comportamenti discriminatori: il 53,4% ha subito appellativi razzisti, il 38,7% mancanze di tipo religioso, il 60,5% non ha visto sempre rispettato il contratto e il 48,3% è stato vittima di mobbing. È infatti comune l’individuazione della nazionalità e del colore della pelle come elementi sui quali si fondano le discriminazioni. Inoltre, i lavoratori stranieri sono meno soddisfatti per l’ambiente e la sicurezza (61,4%), orari e i ritmi (55,4%) e per la retribuzione (65,9%), confermata dalla differenza rispetto alle buste paga degli italiani: 1.048 per i primi, 1.320 per i secondi con uno scarto di quasi il 20%.

Per la maggior parte degli intervistati, infine, le aziende assumono personale straniero perchè è sempre più difficile reperirlo autoctono ma anche perché gli immigrati offrono maggiore flessibilità negli orari e nei contratti. Nell’ultimo anno il numero di immigrati in Lombardia è cresciuto, da 815.335 a 893.443 che rappresentano il 9,2% della popolazione residente nella Regione. Numeri importanti che si ripetono anche nella Provincia e nella città di Milano dove, rispettivamente, gli stranieri sono il 12,6% (394.047 immigrati) e il 14,6% (188.980).

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