Previste 22.420 assunzioni in meno le di manodopera non stagionale di origine straniera nell'industria e nei servizi
Roma, 17 agosto 2012 – La crisi che colpisce il sistema produttivo italiano riduce le opportunita' di occupazione anche per i lavoratori immigrati. Quest'anno, secondo le imprese, potranno essere 22.420 in meno le assunzioni di manodopera non stagionale di origine straniera nell'industria e nei servizi: e' questo, infatti, il saldo tra i 60.570 posti di lavoro messi a disposizione di personale immigrato quest'anno contro gli 82.990 dell'anno scorso (-27%).
Queste, in estrema sintesi, le principali risultanze dell'indagine annuale sulla domanda di lavoro immigrato per il 2012, segnalato dalle imprese italiane dell'industria e dei servizi, e rilevato attraverso il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro.
Il calo delle entrate si concentra soprattutto tra le imprese con meno di 50 dipendenti che contano di assumere solo 30.190 immigrati, 19.840 in meno rispetto al 2011 (l'88,5% di tutto il calo previsto quest'anno) e nelle regioni del Nord-Italia, dove le entrate saranno appena 36.060 contro le 51.550 dello scorso anno (15.490 assunzioni previste in meno, il 69% di tutta la riduzione attesa). La riduzione nella domanda di lavoro immigrato, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ''e' una delle inevitabili conseguenze della pesante crisi economica che le nostre imprese stanno fronteggiando.
Ma i dati che abbiamo raccolto ci confermano pure che la componente immigrata e' ormai una parte strutturale della nostra forza lavoro, anche in considerazione del fatto che per molti profili professionali e' difficile trovare candidati italiani. Per questo e' importante, in questo momento di riduzione della domanda, non disperdere competenze molto utili al nostro sistema produttivo e mettere in campo, come le Camere di commercio stanno facendo in collaborazione con il Ministero del lavoro, corsi di riqualificazione del lavoro e iniziative di sostegno a chi voglia creare una propria impresa''.
In termini assoluti, sommando le assunzioni a carattere non-stagionale con quelle stagionali, le entrate di nuovi occupati di nazionalita' straniera quest'anno potranno arrivare (nell'ipotesi massima) a circa 113mila unita', di cui 60.570 a carattere non stagionale e 52.160 a carattere stagionale, a fronte dei 138.200 che le imprese prevedevano di assumere lo scorso anno. Il perdurare della crisi occupazionale e la progressiva 'etnicizzazione' di alcune figure professionali, sempre meno diffuse tra i candidati italiani in cerca di un lavoro, fara' tuttavia aumentare, nel 2012, la quota di lavoratori immigrati sul totale delle assunzioni, spostandola dal 16,3% dello scorso anno al 17,9% di quest'anno. Se, infatti, la domanda di lavoro immigrato diminuira' quest'anno del 18% rispetto al 2011, quella rivolta a personale italiano scendera' addirittura del 31,6% (pari ad una contrazione di 188.340 unita'), aumentando cosi' l'incidenza relativa delle assunzioni di immigrati su quelle totali. Il settore dei servizi conferma un elevato grado di assorbimento di personale straniero (42.340 unita', pari al 70% di tutte le assunzioni di immigrati), e una maggiore tenuta occupazionale per questi lavoratori rispetto all'industria.
Pur rappresentando oltre i due terzi delle entrate, infatti, la riduzione delle assunzioni di questo comparto pesa 'soltanto' per il 24,4% sul totale delle mancate assunzioni del 2012. Laddove l'industria (che con 18.230 assunzioni previste esprime una quota pari al 30,1% del totale della domanda di immigrati), evidenzia una riduzione di fabbisogno di questi lavoratori di ben 16.960 unita' rispetto all'anno scorso, corrispondente al 75,6% della riduzione complessiva prevista.
Il maggior numero di entrate in termini assoluti riguarda la filiera dell'accoglienza (Alloggio, ristorazione e servizi turistici) dove,in controtendenza rispetto al calo generalizzato di assunzioni, quest'anno le imprese prevedono di assumere 12.110, 2.860 in piu' rispetto al 2011. Seguono i Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (8.410 entrate, 3.770 in meno rispetto all'anno precedente) e la Sanita', assistenza sociale e servizi sanitari privati (5.380 le entrate, 1.850 in meno del 2011). Nonostante la fortissima contrazione di assunzioni previste rispetto al 2011 (-56%), le maggiori opportunita' di lavoro continuano a provenire in termini assoluti dalle Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo che sono alla ricerca di 2.140 immigrati (lo scorso anno ne servivano 4.870). A seguire, i fabbisogni piu' elevati provengono dalle industrie della filiera dell'automotive (1.460 le entrate previste, anche qui in forte contrazione rispetto all'anno precedente: -47,5%) e dell'abbigliamento, tessile e calzature (1.200 entrate, contro le 3.060 dello scorso anno, con una contrazione addirittura del 60,8%).
A livello regionale, la riduzione piu' consistente nella domanda di lavoro immigrato viene dalla Lombardia che, in assoluto resta la regione con maggiore richiesta: le 11.540 assunzioni previste nel 2012 sono 6.710 in meno rispetto al 2011 (-36,8% rispetto alle 18.250 del 2011). Seguono l'Emilia-Romagna, dove le richieste si riducono di 4.630 unita' (6.470 contro 11.100 del 2011) e il Piemonte (-2.050 unita', da 8.360 a 6.310). Le uniche regioni a vedere aumentare la propria richiesta sono l'Abruzzo (+380 unita'), la Basilicata (+180), la Liguria (+110), il Molise (+70) e il Friuli Venezia Giulia (+50). Tra le province, le riduzioni piu' sensibili si avvertono a Milano (-2.900 unita' richieste rispetto al 2011), Roma (-1.500), Brescia (-1.290), Caserta (-1.100) e Firenze (-1.010). Nella parte opposta della graduatoria, a guidare le 30 provincie che prevedono una crescita nelle assunzioni di immigrati, troviamo Potenza (330 unita' in piu' dell'anno scorso), Livorno (+280), Latina (+180), Savona (+140) e Pescara (+110).