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Lavoro: senza presenza degli immigrati 62% delle imprese in meno negli ultimi 10 anni

La stima della Camera di commercio di Milano Milano, 7 gennaio 2010 – n dieci anni il sistema produttivo italiano sarebbe stato piu’ povero senza il contributo delle imprese aperte da cittadini stranieri: sarebbero quasi 285 mila le imprese in meno, ovvero quasi 2 imprese su 3 (62%) nuove imprese attive tra il 2000 e il 2010 (pari a 455 mila).

E’ il dato che emerge da una stima della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2010, in confronto con lo stesso periodo del 2000, relativi alle sedi di impresa secondo l’attivita’ principale dichiarata (ditte individuali ma anche imprese con natura giuridica piu’ complessa che aggregano piu’ imprenditori, stranieri o italiani, intorno alla stessa attivita’).

Dal 2000 al 2010 le imprese controllate da cittadini stranieri sono cresciute del 200,7%, rispetto a una crescita media del 9,4%, che scende al 3,6% se consideriamo le imprese con titolari italiani.

Snza il contributo degli stranieri sarebbero in rosso ben otto regioni (rispetto ad una di solo 2 anni fa): il Piemonte registra ad esempio una crescita del 6,4% in dieci anni, che scenderebbe a -0,1% senza imprese straniere. Lo stesso accade per la Liguria (da +7% a -0,6%) e l’Emilia Romagna (da +5,5% a -1,4%). Devono ringraziare gli imprenditori nati all’estero anche la Basilicata, la Puglia, la Sicilia, le Marche e il Veneto. A queste si aggiungono 26 province (rispetto alle 21 del 2008): Ravenna, Imperia, Treviso, Rovigo, Prato, Pesaro e Urbino, Chieti, Caltanisetta, Bologna, Mantova, Verbano Cusio Ossola, Macerata, Forli’-Cesena, Arezzo, Savona, Catania, Vicenza, Vercelli, Piacenza, Ancona, Ascoli Piceno, Cremona, Benevento, Grosseto, Pistoia e Bari.

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