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Le case in patria vanno dichiarate al Fisco

Si indicano nel modulo RW anche se non producono redditi. Sanzioni durissime per i distratti

Roma – 14 giugno 2010 – Nella dichiarazione dei redditi,  gli stranieri residenti in Italia devono indicare le case che posseggono in patria. Una regola che vale anche per quelle case che, chiuse o abitate da familiari, non fanno guadagnare niente al proprietario.

Lo ricorda oggi il Sole 24 ore, sottolineando in un lungo servizio le complicazioni che sta creando la novità introdotta dall’Agenzia delle Entrate. In particolare, le case andrebbero indicate nella sezione II del modulo RW del Modello Unico 2010, “indipendentemente dalla loro redditività”, e chi non lo fa rischia sanzioni gravissime, come la confisca per equivalente di quanto non viene dichiarato.

Se la casa all’estero produce reddito, bisognerà pagare più tasse, altrimenti non ci sarà nessuna maggiorazione, però al Fisco bisogna comunque dire che la casa c’è. Commercialisti e centri di assistenza fiscale sono naturalmente informati della novità, e dovrebbero tenerne conto mentre aiutano i clienti immigrati a fare le dichiarazioni dei redditi.

Una difficoltà in più per i contribuenti che, per le case che non producono reddito, non si trasformerà in maggiori entrate per lo Stato. Il Sole 24 Ore fa inoltre notare che sarà difficile per il fisco eseguire dei controlli nei Paesi extraue privi di rilevazioni catastali  e che c’è già chi corre ai ripari: “Se dobbiamo dichiarare anche la casa di Tirana –dichiara al quotidiano un immigrato albanese – allora facciamo il passaggio di proprietà a una persona in Albania e siamo a posto”.

EP

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