Roma – 25 ottobre 2011 – I lavoratori bulgari e romeni vanno equiparati subito ai colleghi europei. Gli Stati dell’Ue che ancora prevedono restrizioni per le assunzioni dovrebbero rimuoverle entro la fine di quest’anno. È quanto chiede una risoluzione approvata oggi dall’Europarlamento.
I trattati di adesione di Bulgaria e Romania prevedono per gli altri Stati membri la possibilità di limitare le assunzioni fino al primo gennaio 2012, con un’ ulteriore proroga di due anni in caso i lavoratori neocomunitari rappresentassero un pericolo per la stabilità del mercato del lavoro interno. In pratica, oggi i deputati hanno chiesto che i governi europei non attivino quest’ultima opzione.
“Dati ufficiali, inclusi quelli presentati dalla Commissione, dimostrano che i lavoratori provenienti dall’Europa dell’est non creano disoccupazione né un carico maggiore per lo stato sociale. Al contrario, il flusso ha portato a una crescita economica nei paesi di destinazione di circa l’1% del PIL”, ha affermato ieri il relatore della risoluzione, il romeno Traian Ungureanu (Ppe).
Fischiano le orecchie anche al governo italiano, che si ostina da anni a mantenere un doppio binario per l’accesso di romeni e bulgari al mercato del lavoro. Questo è liberalizzato solo nei settori con forte richiesta di manodopera (domestico, edile, turistico – alberghiero, stagionale, dirigenziale e altamente qualificato ), mentre per le prime assunzioni negli altri settori serve una pressoché scontata autorizzazione preventiva dello Sportello Unico per l’Immigrazione.
Elvio Pasca