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Liberi Nantes. Un calcio al passato

Il primo team di rifugiati e richiedenti asilo che pochi giorni fa ha esordito nel Campionato provinciale romano di III categoria

Roma – 30 ottobre 2008 – Aliraza, Jaki, Ismael, Jacques, Mustafa, Ibrahim, Alì, per dirne alcuni. Dieci giorni fa venticinque ragazzi hanno dimenticato per 90 minuti la condizione che in Italia li identifica, quella di rifugiati e richiedenti asilo politico. Sono usciti dai centri di accoglienza per scendere sul campo di calcio. Maglia azzurra, il colore dell’Onu, della quale il singolare team ha il patrocinio, e scarpini da pochi soldi. Questa è Liberi Nantes F.C., la squadra che pochi giorni fa ha esordito nel Girone A del Campionato provinciale romano di Terza categoria, Lega Nazionale Dilettanti di calcio a undici.

È la prima volta che un team di rifugiati partecipa a un torneo ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. La rosa attualmente comprende circa 25 giovani provenienti da oltre dieci paesi differenti, dall’Afghanistan alla Guinea, dall’Eritrea alla Nigeria. Più numerosi sono gli afgani. Ma la squadra ha un numero di giocatori mobile, perché i ragazzi che la compongono sono in continua ricerca di lavoro e di una sistemazione degna. Quando li trovano, la partita passa in secondo piano e a volte spariscono, ma è un buon segno.

Li accomunano esperienze simili, l’essere stati costretti a scappare da guerre e persecuzioni e il desiderio di rifarsi una vita in pace e sicurezza. Potrebbero fare a gara di temerarietà e forza d’animo: c’è chi è arrivato con una carretta del mare, chi nascosto in un Tir. Hanno rischiato la vita per la vita.
Qualcuno di loro, la passione per il calcio ce l’aveva da prima e giocava già a casa sua. Con gli altri è un pò dura per l’allenatore. Ma Liberi Nantes ha già vinto. Fuori classifica, vincente o no, la squadra ha comunque il successo in tasca. Ogni partita porta quei ragazzi lontano dal passato, fuori da una realtà amara. E questo è già sufficiente per sentirsi vincitori.

Antonia Ilinova

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