Roma – 3 maggio 2012 – Altro che suffragio universale. Alle prossime amministrative, una fetta importante dei cittadini dei comuni interessati non potrà votare.
Le elezioni del 6 e 7 maggio sono anche l’occasione per riflettere sull’urgenza di una nuova legge sulla cittadinanza e sul diritto di voto ancora negato agli immigrati. Quindi anche sulle due proposte di legge popolare della campagna “L’Italia sono anch’io”, che dopo aver raccolto oltre centomila firme stanno muovendo i primi passi in Parlamento.
Ad oggi, denunciano i promotori della campagna ben il 5,3% della popolazione residente i Italia (cioè tutti i cittadini extracomunitari) non può votare. Considerando solo i comuni maggiori dove domenica e lunedì si andrà alle urne, è facile sforare il 10%, (per esempio a Como, Parma, Verona e Piacenza, dove si arriva addirittura al 14,4%. Gli esclusi risiedono lì da anni, “del tutto integrati nella vita della comunità in cui vivono, studiano e lavorano e che tuttavia si vedono interdetta la possibilità di partecipare alla scelta di chi dovrà amministrarli”.
Nei comuni capoluoghi che andranno al voto, solo 4024 persone, l’1,5% del totale degli stranieri residenti in quelle città, ha ottenuto la cittadinanza nel 2010 e potrà partecipare alla consultazione. “Una percentuale limitatissima, dovuta alle difficoltà di dimostrare il possesso dei requisiti richiesti dalla legislazione attuale”.
Per dare visibilità a quella che considerano un’ingiustizia, le diciannove organizzazioni che hanno dato vita a “l’Italia sono anch’io” distribuiranno nei Comuni interessati dalla consultazione un adesivo con la frase “Io non posso votare”. “Per ribadire la necessità – spiegano di approvare al più presto una normativa che assicuri questo fondamentale diritto anche a chi oggi ne è escluso”.