Prima indagine del genere in Europa ha valutato il loro stato di salute: risultati shock
Roma, 29 ottobre 2011 – Sono invisibili, spesso solo ‘numeri’. Di immigrazione si parla tanto, ma degli immigrati e dei richiedenti asilo, dei fattori di stress cui sono esposti, dei traumi psichici e fisici che subiscono, molto meno. Per questo uno studio – il primo del genere in Europa – ha valutato il loro stato di salute, con risultati shock.
Il 100% del campione – che ha un’eta’ media tra i 25 e i 35 anni – presenta sintomi di malattia. Il 76% denota chiari segnali di disagio psichiatrico, depressione in primis, e il 24% disturbi fisici di vario tipo. Sempre il 100% del campione assume farmaci o e’ in terapia psicologica (23%). Il 62% ha pensato al suicidio e il 70% ha mancanza di fiducia nel prossimo e rassegnazione.
Lo studio denominato ‘Viras’ – presentato a Milano al Congresso nazionale Psichiatria e cultura nell’Italia multietnica – e’ stato elaborato nell’ambito di un progetto di ricerca condotto dal Master “Politiche migratorie, human care e management sostenibile” dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore, la Croce Rossa Italiana e veDro’, il think net trasversale fondato, tra gli altri, da Enrico Letta e Giulia Bongiorno. Tra le motivazioni piu’ significative che spingono a fare domanda d’asilo colpisce il fatto che nel 15% dei casi la decisione nasce da discriminazione per problemi legati all’identita’ sessuale (omosessualita’ maschile).
Questo 15% appare elevato sia in assoluto sia nel confronto con il 30% (soltanto il doppio) del motivo principale per cui si continua a far domanda d’asilo: fuga da guerra e conflitti e partecipazione politica. Infine, il risultato piu’ scoccante: l’82% del campione di persone richiedenti asilo ha subito torture e il 51% di queste ha subito torture in stato di detenzione.
Quasi nel 50% dei casi le torture si sono realizzate attraverso pratiche disumanizzanti e attraverso la violazione e umiliazione di tabu’ culturali. Solo nel 27% dei casi tramite tortura fisica. All’interno della categoria vittime di tortura il 12% degli uomini manifesta un disturbo psichiatrico grave contro l’8% delle donne che sembrerebbero elaborare meglio il trauma.
“Sono numeri assai preoccupanti – spiega Emanuele Caroppo, psichiatra, docente e coordinatore scientifico del Master – che hanno stupito anche noi. In particolare, la tortura, la disumanizzazione e la violazione dei tabu’ culturali sembrerebbero intaccare la fondamentale capacita’ umana di empatizzare con l’altro, costringendo cosi’ il torturato a una grave condizione di chiusura, alterazione della comprensione del mondo, rassegnazione, abulia esistenziale”.
“Le conclusioni – conclude Benedetta Rizzo, presidente di ‘veDro” – non lasciano adito a dubbi: la migrazione, in assenza di progetto complessivo di accoglienza, rappresenta di per se’ un gravissimo fattore di stress che pregiudica ogni possibilita’ di piena integrazione. La politica ha in questo senso una responsabilita’ altissima – ammonisce – capire il fenomeno e provare a dare soluzioni all’altezza dei problemi. Nei prossimi mesi, come veDro’, favoriremo momenti d’incontro con i richiedenti asilo, a partire dal caso del giovane libico giunto di recente in Italia dopo aver disertato l’arruolamento coatto nelle truppe del Colonnello Gheddafi”.