Unhcr: "Italia responsabile per le conseguenze. Le domande non possono essere esaminate in Libia". Il ministro: "Problemi da risolvere in sede europea"
Roma – 15 maggio 2009 – “L’Italia fermi i respingimenti”. L’Alto Commissariato Onu per i rifugiati torna all’attacco e sconfessa la linea del governo: la convenzione di Ginevra vale anche in acque internazionali e le domande d’asilo non possono essere presentate in Libia. Maroni però fa muro: "Andremo avanti".
È l’esito dell’incontro al Viminale tra Laurens Jolles, rappresentante dell’Unhcr, e il ministro dell’Interno.
"La nuova politica inaugurata dal governo si pone in contrasto con il principio del non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, che trova applicazione anche in acque internazionali" spiega l’Unhcr, ribadendo che "questo fondamentale principio, che non conosce limitazione geografica, e’ contenuto anche nella normativa europea e nell’ordinamento giuridico italiano".
Nel confermare che ”fra coloro che sono stati rinviati in Libia vi sono persone bisognose di protezione", l’Unhcr ha rivolto nuovamente la richiesta al governo "affinchè riammetta queste persone sul proprio territorio" sottolineando che, dal punto di vista del diritto internazionale, "l’Italia e’ responsabile per le conseguenze del respingimento".
Di qui l’appello del Rappresentante dell’Unhcr al governo affinche’ i respingimenti siano sospesi. Quanto alla possibilita’ di vagliare in Libia le domande di asilo, l’Alto Commissariato dell’Onu ha sostenuto "che non vi sono al momento le condizioni necessarie per svolgere tale attività". Nel corso dell’incontro si e’ anche discusso della possibilita’ di costituire un tavolo tecnico con le parti coinvolte e la partecipazione dell’Unione Europea "per elaborare una strategia che miri a rafforzare lo spazio di protezione in Libia, ivi compresa la ratifica da parte di questo paese della Convenzione di Ginevra del 1951".
"Piu’ del 70% delle 31.200 domande d’asilo presentate nel 2008 in Italia provengono da persone sbarcate sulle coste meridionali del Paese. Il 75% circa dei 36.000 migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2008 -due su tre- ha presentato domanda d’asilo, sul posto o successivamente, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria/umanitaria) delle persone arrivate via mare e’ stato di circa il 50%. Nel 2008 -conclude l’Unhcr-la maggior parte delle persone arrivate via mare che ha ottenuto protezione internazionale proviene da Somalia, Eritrea, Iraq, Afghanistan e Costa d’Avorio".
Maroni: "Respingimenti andranno avanti"
Maroni però non cede. I respingimenti degli immigrati clandestini ”andranno avanti, cosi’ come previsto dall’accordo tra Italia e Libia” ha confermato il ministro dell’Interno dopo il colloquio con Jolles.
Maroni si e’ detto ”molto attento alle questioni poste dall’Unhcr, che, a suo avviso, pero’ -spiegano al Viminale- devono trovare una soluzione in sede europea e ha confermato che i respingimenti andranno avanti, cosi’ come previsto dall’accordo tra Italia e Libia”.
Il ministro dell’Interno ha infine proposto ”la creazione di un tavolo tecnico tra Unione europea, Libia, Italia e Unhcr per approfondire i temi sollevati dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite”.
EP