Per il Ministero del Lavoro la pesante sanzione amministrativa introdotta dal Decreto Bersani va aggiunta a quanto prevede la legge sull’immigrazione e vale anche per il lavoro domestico. Scarica la circolare
ROMA – Chi impiega lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno è già punito dalla legge sull’immigrazione, ma non per questo è al riparo dalla maxi-multa prevista per tutti i datori di lavoro "in nero".
Il chiarimento arriva dal ministero del Lavoro con una circolare inviata mercoledì scorso alle sue direzioni regionali e provinciali e alle forze dell’ordine, e indirizzerà quindi l’azione degli ispettori impegnati ogni giorno a contrastare il sommerso.
In particolare la circolare è dedicata all’applicazione delle sanzioni introdotte dal cosiddetto decreto Bersani (l. 248/2006), secondo il quale "l’impiego di lavoratori non risultanti dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria è punito con la sanzione amministrativa da euro 1.500 a euro 12.000 per ciascun lavoratore, maggiorata di euro 150 per ciascuna giornata di lavoro effettivo". Inoltre, "’importo delle sanzioni civili connesse all’omesso versamento dei contributi e premi riferiti a ciascun lavoratore di cui al periodo precedente non può essere inferiore a euro 3.000, indipendentemente dalla durata della prestazione lavorativa accertata".
Succede però che secondo il testo unico sull’immigrazione (art. 22, comma 12), per chi dà lavoro a immigrati irregolari scattano delle dure sanzioni penali: arresto da tre mesi a un anno e multa da 5mila euro per ogni lavoratore impiegato, qualcuno si chiedeva quindi se a queste si potesse aggiungere anche la sanzione amministrativa introdotta dal decreto Bersani.
Per il ministero del Lavoro però non ci sono dubbi: la maxi multa si applica anche in questo caso, perché queste sanzioni, come spiega la circolare, sono "solo parzialmente coincidenti". Se quella penale serve a "disciplinare i flussi migratori" e a "contrastare la permanenza di clandestini", quella amministrativa è volta a "contrastare il fenomeno del lavoro sommerso tout court, indipendentemente dalla cittadinanza dei lavoratori interessati e dalla qualificazione del rapporto di lavoro".
Il discorso vale anche se ad essere impiegate in nero sono colf o badanti. L’assenza della denuncia all’Inail dell’iscrizione all’Inps o del comunicazione al Centro per l’impiego dei lavoratori domestici è infatti una "mancata formalizzazione del rapporto mediante documentazione obbligatori" e quindi per il ministero c’è la "condizione per l’applicazione della maxisanzione".
Scarica
Min. del Lavoro. Lettera circolare del 4/7/2007
(6 luglio 2007)
Elvio Pasca