"Dobbiamo smettere di pensare che gli immigrati sono stranieri, questo è un primo muro da abbattere"
MONOPOLI – "Bisogna fare un salto culturale, è vero che l’immigrazione è una risorsa ma è anche vero che è già un dato che esiste dentro la nostra società che per effetto della globalizzazione non può che pensarsi come luogo comune delle differenze".
E’ questa, secondo il sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi la sfida che bisogna affrontare per trovare anche in Italia un modello di integrazione possibile.
Lucidi ne ha parlato a Monopoli durante la terza giornata di Chroma, l’iniziativa che riunisce associazioni giovanili di una sessantina di Paesi d’Europa e del Mediterraneo nell’ambito della campagna All different All equal promosso dal Consiglio d’Europa per aumentare il dialogo interculturale.
Per Lucidi, "bisogna imparare a convivere con le differenze ormai presenti nella nostra società: per questo servono strumenti normativi, una legge sulla immigrazione che dia il senso del percorso possibile di opportunità d’integrazione". "Questo è importante – ha detto – soprattutto nei confronti dei giovani, delle nuove generazioni e anche di quelle di figli di immigrati perché vedano il percorso delle loro famiglie non come un percorso ad ostacoli che fa trovare insieme alla difficoltà anche un risentimento verso la società che non li riconosce, non li accoglie, non li sente come loro parte vitale".
"Piuttosto che del risentimento – ha aggiunto – abbiamo bisogno del sentimento, delle passioni positive di questi giovani che sono tra noi e che sono portatori di una ricchezza con la loro diversità". Per Lucidi, infine, l’Italia da poco ha cominciato a confrontarsi con la ricerca di un modello di integrazione: "stiamo passando da una chiave emergenziale, ad una immigrazione che è strutturale. Dobbiamo smettere di pensare che gli immigrati sono stranieri, questo è un primo muro da abbattere".
(9 giugno 2007)