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Lucidi: “Sull’immigrazione la politica vada oltre le ideologie”

"Servono regole che non spingano alla clandestinità". "Decreto flussi entro l’anno con nuove procedure"

ROMA – Occorre de-ideologgizzare l’approccio all’ immigrazione e lavorare perché la legge non diventi un percorso a ostacoli. Così il sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi che a margine della presentazione della ricerca realizzata dal Viminale sottolinea come "oggi si vuole utilizzare l’argomento immigrazione, che suscita inquietudine per i cambiamenti che produce, per avere un facile consenso politico".

"Ma l’immigrazione non è un tema facile, – spiega Lucidi a Stranieriinitalia.it – le questioni che pone sono questioni complesse, sarebbe il caso che l’atteggiamento politico su questi temi fosse più sincero, più onesto soprattutto verso i cittadini e parlasse della vita vera degli immigrati e degli italiani nel nostro paese"

Pensa che il confronto sulla Amato-Ferrero possa essere viziato anche da queste posizioni ideologiche? È un appello all’opposizione?

"Finché si pensa che la legge sull’immigrazione di questo governo sia stata voluta contro la legge Bossi-Fini si ha un vizio di approccio ideologico alle questioni che noi poniamo. Questo disegno di legge è nato da un confronto molto ampio con le associazioni di volontariato, con le associazioni datoriali, coi sindacati. Parla di questioni concrete che oggi gli immigrati vivono, a partire dal permesso di soggiorno. L’attacco alla Bossi-Fini è l’ultima preoccupazione che oggi sento di avere rispetto alla necessità di governare l’immigrazione per quello che è".

Le regole che però oggi governano l’immigrazione sono eccessivamente complicate…

"Le regole devono esserci ma devono essere fruibili, non possono essere un percorso a ostacoli che spinge continuamente l’immigrato nella clandestinità o ai margini della società. Questo è il dato che oggi registriamo dalle norme che abbiamo. Il documento centrale che definisce lo status dell’immigrato nel nostro Paese, cioè il permesso di soggiorno, deve arrivare in tempi certi e avere una durata più lunga. Dobbiamo poi fare in modo che l’interlocutore per i rinnovi non sia la Questura ma l’ente locale, cioè il luogo in cui l’immigrato vive, lavora, si riconosce in termini di partecipazione democratica".

Il prossimo decreto flussi sarà regolato dalla legge attuale. Cosa possiamo aspettarci di diverso rispetto a quelli degli anni passati?

"Mi dispiace che ancora ci sia disagio in alcuni sportelli unici per il decreto flussi dello scorso anno, diciamo che è un disagio che sconta il fatto che abbiamo deciso in favore dei datori di lavoro di alzare le quote del decreto 2006. Tuttavia nel prossimo decreto flussi che intendiamo adottare entro l’anno, a legislazione vigente, sicuramente avremo regole e procedure nuove che stiamo già confrontando e discutendo con le associazioni datoriali alle quali chiederemo anche un aiuto nella presentazione delle domande dei loro assistiti".

Varrà comunque la regola che chi arriva primo si aggiudica una quota?

"Sicuramente sarà un canale informatico e sicuramente ci sarà un problema di quote che non c’è ad esempio per il lavoro stagionale e tuttavia gestiremo anche questo. Stiamo studiando in questi giorni l’attuazione pratica di questo nuovo modello".

(11 ottobre 2007)

Elvio Pasca

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