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L’Ue si dà nuove regole per salvare i migranti in mare

Vietati i respingimenti in alto mare e più tutele per richiedenti asilo, vittime di tratta e minori soli. Il regolamento sulla Sorveglianza delle frontiere marittime esterneapprovato dell’Europarlamento

Roma – 17aprile 2014 – L’Europa si dà nuove regole per il soccorso dei migranti che attraversano il Mediterraneo, vietando i respingimenti in alto mare e tutelando richiedenti asilo, minori soli e vittime di tratta.

Sono contenute in una proposta di regolamento sulla “Sorveglianza delle frontiere marittime esterne” approvata ieri dall’Europarlamento con 528 voti a favore, 46 contrari e 88 astensioni. Già informalmente concordato dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio, dovrebbe entrare in vigore prima dell'estate.

“Queste nuove regole permetteranno Frontex di reagire in maniera più efficace per prevenire le morti in mare, conciliando così la necessità di garantire la sicurezza con il dovere di proteggere i diritti umani", ha affermato il relatore Carlos Coelho (PPE, PT).

 Il regolamento, spiega una nota dell’Europarlamento, definisce le "fasi di emergenza" per le operazioni di ricerca e salvataggio e impone alle unità partecipanti alle operazioni Frontex l'impegno di salvare vite umane. Le norme in materia di operazioni di ricerca e soccorso e lo sbarco dei migranti riguarderanno solo le operazioni coordinate da Frontex. Ciò dovrebbe contribuire a dissipare la confusione creata negli Stati membri da diverse interpretazioni del diritto e delle prassi internazionali.

Il "piano operativo" che disciplina le operazioni di sorveglianza alle frontiere coordinate da Frontex deve pertanto comprendere le procedure per garantire che le persone bisognose di protezione internazionale, le vittime della tratta di esseri umani, i minori non accompagnati e altre persone bisognose siano identificati e ricevano un'assistenza adeguata. Eventuali misure coercitive potranno essere adottate solo dopo l'identificazione dei migranti (le norme d'identificazione sono obbligatorie, mentre quelle di esecuzione sono facoltative).

I deputati hanno inasprito le regole per garantire il rispetto del principio di "non respingimento", in base al quale le persone non possono essere rimpatriate in Paesi ove sussiste il rischio di persecuzioni, torture o altri danni gravi. Le guardie di frontiera che intendono intercettare o soccorrere persone in un paese terzo dovranno seguire determinate procedure (ad esempio, l'identificazione, la valutazione personale, le informazioni sul luogo dello sbarco, ecc.).

Le operazioni di respingimento in alto mare saranno vietate. Le guardie di frontiera potranno solamente "avvertire il natante e ordinargli di non entrare nelle acque territoriali di uno Stato membro".

I deputati hanno inoltre inserito nel testo che: "il comandante e l'equipaggio non dovrebbero essere passibili di sanzioni penali per il solo motivo di aver soccorso persone in pericolo in mare e averle portate in un luogo sicuro". Una norma, quest’ultima, già recepita da tempo dall’ordinamento italiano.

Il progetto di regolamento approvato ieri dal Parlamento Europeo deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio dei ministri dell'UE. Entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e sarà direttamente applicabile negli Stati membri.

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Regolamento per la sorveglianza delle frontiere marittime esterne

 

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