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L’Ue vuole “frontiere intelligenti” per controllare chi entra ed esce

La Commissione Europea punta alla tecnologia con un “programma per viaggiatori registrati” e un “sistema di ingressi/uscite”. Malmström: “Per facilitare i viaggiatori frequenti, bloccare gli irregolari e individuare gli overstayers”

Roma – 4 marzo 2013 – L’Ue punta sulle nuove tecnologie per gestire meglio le sue frontiere.

Giovedì scorso la Commissione ha presentato un pacchetto di proposte legislative (chiamato “Smart border”, cioè “frontiera intelligente”) che dovrebbero accelerare, facilitare e rafforzare le procedure di controllo dei viaggiatori di paesi terzi alle frontiere dell’Unione europea. Il pacchetto comprende un Programma per viaggiatori registrati (Registered Traveller Programme, RTP) e un Sistema di registrazione in ingresso/uscita (Entry/Exit System, EES) che semplificheranno la vita dei cittadini di paesi terzi che attraversano frequentemente le frontiere esterne dello spazio Schengen e che rafforzeranno la sicurezza alle frontiere dell’UE.

Il programma per viaggiatori registrati (RTP), spiega una nota della Commissione, prevede controlli semplificati per i “viaggiatori frequenti” che entrano nell’UE, resi possibili da un insieme di esami preventivi e controlli di sicurezza preliminari. Si stima che il nuovo programma interesserà ogni anno 5 milioni di viaggiatori regolari provenienti da paesi terzi. L’RTP si avvarrà di controllo automatizzato alle frontiere (per esempio attraverso “gates automatici ") presso i principali valichi di frontiera, come gli aeroporti. Ciò consentirà un controllo di frontiera dei viaggiatori registrati molto più rapido di quanto lo sia oggi.

È plausibile che determinate categorie di viaggiatori (imprenditori, lavoratori con contratti a breve termine, ricercatori e studenti, cittadini di paesi terzi che hanno stretti legami di parentela con cittadini dell’UE o che vivono nelle regioni confinanti) attraversino le frontiere dell’UE più volte all’anno. “Rendere loro quanto più facile entrare nell’UE – sottolineano a Bruxelles – permetterà all'UE di rimanere una destinazione attraente e contribuirà a stimolare le attività economiche e la creazione di posti di lavoro”.

Il sistema di ingressi/uscite (EES) registra la data e il luogo di ingresso e di uscita dei cittadini di paesi terzi che viaggiano nell’Unione europea. Il sistema calcola elettronicamente la durata del soggiorno breve autorizzato, sostituendo le attuali procedure manuali, ed invia una segnalazione alle autorità nazionali qualora alla scadenza del periodo autorizzato non sia stata registrata l’uscita del viaggiatore dal territorio dell'UE. In tal modo, il sistema servirà anche ad affrontare il problema dei cosiddetti overstayers.

La procedura attualmente applicata dagli Stati membri ai fini del controllo di un cittadino di paese terzo che desidera attraversare le frontiere esterne dell’UE si basa essenzialmente sull’apposizione di timbri nel documento di viaggio. Tale procedura richiede molto tempo, non fornisce dati affidabili sugli attraversamenti di frontiera, non consente di individuare agevolmente i soggiornanti fuori termine ed è inefficace nei casi di perdita o distruzione dei documenti di viaggio. Inoltre, con gli attuali sistemi, gli Stati membri non potranno affrontare la pressione sempre crescente di viaggiatori in ingresso e in uscita dall’UE, il cui volume, soltanto alle frontiere aeroportuali, dovrebbe aumentare dell'80%, passando da 400 milioni nel 2009 a 720 milioni nel 2030.

"Le nuove tecnologie permetteranno un attraversamento di frontiera più agevole e più rapido dei cittadini di paesi terzi che desiderano entrare nell’Unione europea. Vogliamo facilitare l’accesso dei viaggiatori stranieri verso l’UE, nel loro stesso interesse ma anche dell’economia europea: nel 2011 l’apporto dei viaggiatori stranieri alla nostra economia è stato stimato in 271 miliardi di euro. Sistemi più moderni garantiranno un maggiore livello di sicurezza, prevenendo gli attraversamenti irregolari delle frontiere e individuando i cittadini di paesi terzi che si trattengono sul territorio dell'UE oltre la scadenza del loro visto di ingresso", ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria UE per gli Affari interni.
 

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