Roma – 3 dicembre 2013 – Paolo Bonolis che fa “il filippino”? Una parodia “inopportuna”, giocata su “stereotipi umilianti”.
Dopo le proteste della comunità filippina, che attende ancora delle scuse, per il celebre presentatore e per gli autori del programma “Avanti un altro” arriva anche un richiamo dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, con l’invito a non presentare più ai telespettatori simili scenette.
Nel video della puntata del 19 ottobre scorso, rilanciato e replicato in migliaia di post sui social network, Bonolis recita il suo personaggio in un italiano molto traballante: “Io pilippino, vengo da pilippine, faccio pulizia e faccio domande di economia domestica”. E si mette sull’attenti al suo dell’inno filippino, stringendo sul petto una straccio per spolverare.
Romulo Sabio Salvador, uno dei consiglieri aggiunti che rappresentano gli immigrati nel consiglio comunale di Roma, aveva chiesto l’intervento dell’Unar, puntando il dito in particolare contro la scenetta dell’inno, considerata, per la sensibilità del popolo filippino, “l’aspetto più offensivo della caricatura”.L’Unar ha quindi aperto un’ istruttoria, che si è conclusa con una lettera inviata dal direttore Marco De Giorgi alla redazione di “Avanti un altro”, al presidente dell’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e, per conoscenza, al consigliere aggiunto capitolino.
“Il linguaggio utilizzato e lo sketch costruito – scrive De Giorgi – si ritengono quantomeno inopportuni poiché favoriscono il sorgere e il diffondersi di stereotipi umilianti, come l’incapacità ad esprimersi in un corretto italiano, nei confronti della comunità filippina, peraltro già provata da una grave tragedia nazionale, ed impegnata in un percorso di integrazione finalizzato a poter trovare nel nostro Paese un luogo consono alla dignità dell’essere umano ed ispirato a regole di democrazia”.
L’Unar ricorda poi che “l’utilizzo dell’inno nazionale delle Filippine, associato all’immagine del presentatore che lo ascolta tenendo un pugno al petto con uno strofinaccio, ha suscitato le proteste del mondo delle associazioni e di numerosi privati cittadini che hanno voluto manifestare il loro sconcerto per la parodia realizzata da Paolo Bonolis”.
Segue l’invito agli autori di “Avanti un altro” a "sorvegliare il linguaggio utilizzato dai conduttori o da chi interviene nel programma, affinché si favorisca la redazione di programmi che, lungi da rafforzare pregiudizio e stereotipi, contribuiscono a costruire una società aperta alla diffusione di una cultura dell’accoglienza”.
Romulo Sabio Salvador accoglie con soddisfazione la posizione presa dell’Unar e crede che Mediaset si assumerà le proprie responsabilità per il silenzio sulla questione. “ Quello che mi riempie di più il cuore – aggiunge – è la solidarietà che sto ricevendo attraverso Facebook e i social networks da parte di tanti amici italiani e da tutto il mondo. Queste dimostrazioni di solidarietà ci fanno sentire meno soli".
EP