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Made in Italy. Al via la campagna contro il razzismo

Promossa dall’ Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Guerra: “Un insieme di fili diversi che si intrecciano in modo armonico, simbolo di integrazione”

Roma – 29 giugno 2012 – In primo piano l’immagine di un’etichetta di un vestito ‘Made in Italy’ e sotto le ‘componenti’ del tessuto: 92% italiani, 1.6% romeni, 0.80% albanesi… e così via. E uno slogan: “l’Italia autentica e’ quella che sa integrare”, un paese cioè dove italiani e stranieri convivano senza pregiudizi o  discriminazioni.

Si presenta cosi’ la campagna di comunicazione contro il razzismo, realizzata dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni  razziali (Unar), in collaborazione con l’Osservatorio contro gli atti discriminatori del ministero dell’Interno (Oscad) e il Dipartimento per le pari opportunita’ della Presidenza del consiglio. Presentata ieri a Roma, sara’ diffusa su tutti i media nazionali: sulla Rai, con uno spot di 30 secondi, sulla radio, sui siti internet e sulle testate nazionali, comprese quelle della casa editrice Stranieri in italia.

“La forza di ‘Made in Italy’ – ha commentato il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Cecilia Guerra – e’ la sua capacita’ di sdrammatizzare, con immagini della vita quotidiana (operai di nazionalita’ diverse che lavorano insieme per creare un unico vestito), un problema grave come questo, visto che il timore per lo straniero e’ ancora al terzo posto delle paure dei cittadini italiani”. Il capo di abbigliamento, insomma come “un insieme di fili diversi che si intrecciano in modo armonico, simbolo di integrazione”.

 

“L’obiettivo – ha spiegato il direttore dell’Unar Massimiliano Monnanni – e’ fornire un’immagine chiara della compresenza di cittadini italiani e stranieri nel nostro Paese e spingere gli immigrati a denunciare gli atti discriminatori di cui sono vittime, grazie alla sinergia tra Unar e Oscad, l’osservatorio creato due anni fa su idea del capo della Polizia Antonio Manganelli”.

Nei primi sei mesi del 2012 il Contact Center antidiscriminazioni dell’Unar ha gestito complessivamente 14.179 contatti (rispetto agli 8.952 del primo semestre 2011) e trattato 876 istruttorie, quasi il doppio di quelle dell’anno scorso. Con un aumento pari all’89,6% delle istruttorie rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il 45,3% di queste – riferisce una nota dell’Unar – e’ derivato da segnalazioni pervenute tramite il canale web (27,9% nel 2011), il 18% tramite il numero verde 800.90.10.10 , il 13,2% via e-mail e il 12,8% attraverso la ricognizione dei media.

“Sul totale delle segnalazioni – aggiunge la nota – oltre il 40% (rispetto al 21% del 2011) e’ stato effettuato da testimoni di atti discriminatori, anziche’ da vittime (attestate al 33,9% pure in leggero aumento rispetto al 2011) segno di una crescente sensibilita’ delle persone verso l’argomento. Il 16,8% delle istruttorie sono state invece aperte direttamente dall’Ufficio. Riguardo alla tipologia delle vittime di discriminazione, il 53,9% e’ composto da donne ed il 46,1% da uomini, dati stabili rispetto al 2011”.

“Per quanto riguarda i principali ambiti in cui si sono registrati gli eventi di discriminazione trattati, questi riguardano per il 40,4% dei casi l’ambito del lavoro (14,2% nel 1 semestre 2011); 13,3% quello della vita pubblica (20,5%); 10,4% dei casi l’erogazione di servizi da parte di enti pubblici (11,9%); il 9,6% i mass media (16,2%). Per quanto concerne invece la territorialita’ dei casi trattati, di seguito si riportano le prime cinque regioni per importanza numerica delle istruttorie trattate: 17,3% Lombardia; 15,8% Lazio; 8,3% Veneto e Piemonte; 7,8% Emilia Romagna”.

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