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Malmstrom (Ue): “Immigrati indispensabili per crescere”

La Commissaria agli Affari interni:” Serve un quadro normativo comune tra i paesi Ue”

Roma – 16 dicembre 2010 – “Le migrazioni sono una caratteristica della storia dell’umanità e si sono generalmente rivelate positive. Solo restando aperta al resto del mondo l’UE può evitare di cadere nell’intolleranza”.

Queste sono le parole di Cecilia Malmstrom, Commissaria Ue per gli affari interni, pubblicate quest’oggi dal Messaggero.

La Commissaria è tornata ad analizzare la situazione di crescita e occupazionale dell’Europa in un quadro ampio e di lungo periodo, con una previsione che riveste l’Ue nei prossimi 50 anni e la necessità di accogliere i nuovi flussi migratori.

Partendo dalla consapevolezza delle difficoltà economiche globali, la Malmstrom rileva anche la gravità dei problemi demografici dell’Unione  che secondo le stime Eurostat, pubblicate dal Messaggero, nei prossimi anni la popolazione Ue aumenterà di 10 milioni di persone, mentre diminuirà di 50 milioni di persone la forza lavoro.

Parallelamente, però, l’Unione Europea negli stessi anni accoglierà 58 milioni d’immigrati, che secondo la Malmstrom, potranno rispondere non solo alla necessità di crescita demografica ma potranno rispondere a  quella richiesta di manodopera carente in diversi settore occupazionali come la scienza, la sanità, la tecnologia, l’ingegneria, il turismo e l’agricoltura.

L’analisi della Commissaria, tiene presente la necessità dell’Europa di continuare negli anni a vincere la concorrenza delle nuove realtà economiche della Cina e dell’India e per farlo l’Ue ha  stilato due strategie per il 2020 che mirano a regolarizzare la migrazione dei lavoratori  con due proposte in materia di “migrazione legale”: una per facilitare le procedure di ammissione per i lavoratori stagionali ed un’altra per facilitare le società multinazionali nel trasferimento di personale attraverso i confini dell’Unione.

Secondo la Malmstrom l’unica strada per mantenere la crescita Europa sarà “collaborare con i Paesi terzi, migliorando il riconoscimento dei titoli di studio e lavorativi, promuovendo l’occupazione in Europa, dedicandosi all’integrazione ma parallelamente combattere a fondo l’immigrazione irregolare  e migliorare le capacità di controllo su chi entra nel territorio”.

“Ogni paese sarebbe libero di definire il proprio fabbisogno di lavoratori immigrati ma sarebbe importante prendere queste decisioni all’interno di un quadro normativo comune” conclude la Commissaria Cecilia Malmstrom.

Marco Iorio

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