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Maroni: “Nuove regole sulle espulsioni”

Il ministro dell’Interno annuncia contromisure per la direttiva rimpatri. “Ancora molto da fare”

Roma – 14 gennaio 2011 – "Per l’immigrazione clandestina abbiamo fatto molto, ma dobbiamo fare ancora molto”. Lo ha detto oggi a Perugia il ministro dell’interno, Roberto Maroni.

"In questi ultimi anni – ha spiegato il ministro – abbiamo raggiunto il quasi totale azzeramento degli sbarchi dei clandestini sulle coste italiane. Le misure devono essere modulate anche per contrastare fenomeni più insidiosi come l’ ingresso che avviene non in Italia ma nei paesi europei".

Maroni ha poi parlato della direttiva rimpatri. "E’ di poche settimane fa una legge europea – ha sottolineato – che di certo non ci aiuta sul contrasto all’immigrazione clandestina, che riduce gli strumenti che abbiamo a disposizione, non per quanto riguarda il contrasto agli ingressi, ma per quanto riguarda le espulsioni".

In realtà la direttiva europea risale a due anni fa, ma da allora il governo non si è mai impegnato per recepirla nel nostro ordinamento. Il ventiquattro dicembre sono scaduti i termini, e quindi alcuni giudici hanno iniziato ad applicarne i contenuti, dal momento che la norma europea prevale su quella italiana. Anche il capo della Polizia è stato costretto a dare nuove indicazioni alle Questure per le espulsioni.

Il ministro ha annunciato che verranno valutate in Parlamento, in sede di conversione in legge del disegno di legge sulla sicurezza, "le misure per evitare che una norma europea possa ridurre l’efficacia di contrasto all’immigrazione clandestina che in Italia è  massima con gli strumenti che abbiamo”.

“Questa e’ una norma un po’ strana – ha spiegato Maroni – frutto di un compromesso tra tante situazioni diverse a livello europeo e contiene norme molto più restrittive di quelle italiane, per esempio quella che consente il trattenimento nei CIE fino a 18 mesi. Noi abbiamo il termine di 6 mesi, pensiamo che sia un’inutile crudeltà".

Nella direttiva poi, sempre secondo Maroni, "ci sono norme che ci impediscono se non per determinati motivi specifici di procedere all’espulsione coatta dei clandestini, che nella direttiva è sostituita dall’invito ad abbandonare il territorio nazionale nel termine addirittura di trenta giorni".

“Naturalmente – ha concluso Maroni – sono norme che lasciano spazio di correzione agli stati membri perchè le misure di contrasto agli ingressi clandestini e le espulsioni e i rimpatri sono molto importanti per il sistema che complessivamente funziona". Infine, il ministro ha aggiunto che "il contrasto va di pari passo con l’integrazione".

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