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Maroni: “Blocco navale o campi in Libia per le domande d’asilo”

"Verificare lì i requisiti con l'aiuto dell'On e poi distribuirli in tutta l'Ue". "Scriverò ancora ai prefetti, con i profughi rischi per la salute pubblica"

 
Roma – 11 giugno 2015 – "La mia proposta è quella di bloccare le partenze: non bombardando i barconi, ma impedendo loro di partire con il blocco navale o meglio ancora con campi profughi in Libia su iniziativa Onu".
 
Così il  governatore della Lombardia Roberto Maroni, ascoltato stamattina a Roma dal comitato parlamentare Schengen per un' indagine conoscitiva sui flussi migratori in Europa attraverso l'Italia.
 
"Il governo italiano – propone Maroni – deve spingere presso la Ue e l'Onu per organizzare campi profughi direttamente in Libia, così come fu fatto nel 2011 in Tunisia, dopo la cosiddetta 'primavera araba' per accogliere le persone che tentano di scappare da situazioni molto diverse e che affrontano il rischio della morte in mare per venire non in Italia ma in Europa. Se questa non è un'emergenza umanitaria, non so cosa essa sia. Si parla di mezzo milione di persone pronte a partire: è un numero incredibilmente alto, una cifra straordinariamente elevata".
 
Nei campi in Libia "si potrebbero fare le verifiche sui requisiti per la protezione internazionale ed europea e poi ripartire il numero di queste persone nei vari Paesi della Ue: questa è la soluzione. Giuridicamente -è convinto Maroni – si può fare, occorre una forte spinta politica". l'idea di Grillo di soospendere Schengen? ""Io l'ho proposto prima di lui, già a gennaio, ma per la sicurezza di Expo, non per i migranti. Sono due cose diverse".
 
Nei giorni scorsi lg governatore della Lombardia ha minacciato di tagliare i fondi regionali ai Comuni che accoglieranno i profughi e ha scritto ai prefetti della Regione invitandoli a sospendere gli invii. Ora annuncia una nuova lettera ai prefetti, "del seguente tenore: Eccellenze, ho appreso da notizie di stampa di altri 500 migranti. Bisogna prevenire possibili rischi sul profilo della salute pubblica"
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