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Maroni: “Contributo Ue contro clandestini non è sufficiente”

"Sviluppare nei paesi di origine condizioni economiche che trattengano e prevengano i flussi migratori" Roma, 25 febbraio 2010 – Nel contrasto alla immigrazione clandestina "il contributo dell’Unione Europea non e’ sufficiente".

Così il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, per il quale "l’Italia, insieme ad altri paesi europei del Mediterraneo, ha dovuto fare da se’, con buoni risultati".

Per il titolare del Viminale, che ha parlato a margine del suo intervento a Roma presso il Polo Tuscolano della Polizia di Stato alla Conferenza finale del Progetto ‘Across Sara II’ per il contrasto alla immigrazione clandestina, quindi, "l’Europa deve fare di piu’". Maroni assicura che domani, a Bruxelles, al Consiglio Gai, in occasione della riunione dei ministri dell’Interno con i due nuovi commissari che si occuperanno di sicurezza e immigrazione, "porremo la questione". E aggiunge di volere "una maggiore efficienza di Frontex, piu’ risorse, piu’ fondi e un maggiore coinvolgimento di tutti i paesi europei nell’ azione che l’Italia sta svolgendo per contrastare l’ immigrazione clandestina". Il Ministro dell’ Interno sottolinea anche l’azione ”eccellente” che l’Italia sta svolgendo nel concludere accordi con i paesi africani di origine e transito dei flussi di immigrati clandestini.

Quanto alla Libia e alle accuse di scarso rispetto dei diritti umani dei migranti da parte di Tripoli, Maroni afferma: "chi lo ha detto che la Libia non e’ un paese democratico? Attenzione a fare queste valutazioni. La Libia oggi presiede l’assemblea dell’Onu, mi pare che tutto si possa dire, ma non che la Libia sia in queste condizioni”. Per Maroni, comunque, "non si piu’ pensare di arginare l’immigrazione clandestina solo con le forze di polizia . Noi lo stiamo facendo e lo stiamo facendo bene – sottolinea- – ma e’ un tamponamento.

La situazione si affronta sviluppando nei paesi di origine condizioni economiche che trattengano e prevengano i flussi migratori". Il titolare del Viminale conclude affermando che "questo e’ il modo piu’ efficace per combattere il racket di esseri umani, pero’ in questa direzione – sottolinea ancora – sono le organizzazioni internazionali e dell’ Unione Europea che devono sviluppare un’azione diplomatica piu’ incisiva".

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