"Più controlli negli aeroporti". Per gli irregolari un viaggio aereo costa fino a 15mila euro
Roma -5 luglio 2010 – L’aeroporto milanese di Malpensa ”e’ ora la prima frontiera dell’immigrazione clandestina, avendo superato Lampedusa, che e’ uscita dal circuito del traffico di esseri umani. Nell’isola infatti i flussi di clandestini dalla Libia si sono interrotti e nei primi mesi del 2010 non e’ praticamente arrivato nessuno".
Lo ha detto oggi il ministro dell’Interno, Roberto Maroni ha preso parte alla presentazione dello studio promosso dalla Sea (la società che gestisce Linate e Malpensa) su ‘Immigrazione irregolare: pratiche e buone prassi dei controlli alle frontiere aeree”.
"Maggiori controlli negli aeroporti – ha proseguito il ministro – consentono di contrastare meglio l’immigrazione ma anche di avere strumenti per fermare quella che e’ l’insidia maggiore che può esserci come il terrorismo internazionale".
Lo studio promosso da Sea evidenzia come la disponibilità di rotte particolari e le diverse politiche in materia di visti, così come l’esistenza di reti criminali in grado di gestire l’organizzazione del viaggio, siano le principali variabili da cui dipendono i flussi migratori. L’Italia e’ un Paese di destinazione e di transito verso l’Europa centrale e settentrionale e l’aeroporto di Malpensa, così come gli altri grandi aeroporti europei, e’ uno dei nodi principali dell’immigrazione per via aerea in Europa, particolarmente favorito per la vicinanza alla Svizzera e alla Francia.
Tuttavia, secondo lo studio, i viaggi irregolari per via aerea sono i più costosi e difficili da organizzare. In media servono da 10mila ai 15mila euro, per un servizio illecito, che le persone in fuga da situazioni di guerra scelgono di pagare, perché a fronte di un così elevato costo, il viaggio è molto più sicuro. All’aeroporto di Malpensa dal 2006 al 2009 si e’ tuttavia assistito ad una forte diminuzione dei respingimenti, anche in virtù della riduzione di voli intercontinentali, si e’ passati dai 3.986 casi del 2006 ai 2.750 del 2007 fino al 784 casi nel 2009.
Secondo la ricerca, l’impegno degli aeroporti nel nuovo sistema di controllo del fenomeno della immigrazione irregolare non si deve esaurire nel semplice controllo degli ingressi e nel rimpatrio dei passeggeri privi di documenti validi ma in misura sempre crescente si debba caratterizzare per la gestione dei casi di espulsione decisi sul territorio nazionale ed europeo fornendo anche orientamento per i casi di protezione internazionale.
Maroni ha negato che nell’aeroporto di Malpensa sia prevista la creazione di un centro di identificazione ed espulsione, “prima –ha spiegato – dobbiamo garantire la copertura di tutte le regioni italiane”. ”Nel nostro Paese abbiamo 10 centri in 9 regioni e prima di raddoppiare in alcune di queste bisogna aprirne laddove non ce ne sono”.
"Nel 2010 istituiremo i centri in Veneto, Toscana, Marche e Campania e nel 2011 nelle altre regioni, dove i centri non ci sono. Poi – ha proseguito Maroni – se ci fosse la disponibilità o la richiesta da parte di enti locali per raddoppiare il numero dei centri prenderemo in considerazione questa opportunità perché la loro realizzazione si sta rivelando utile".