Roma – 14 marzo 2012 – Il razzismo conviene, fa prendere voti. Parola di leghista ex ministro dell’Interno.
Ieri Roberto Maroni era a Varese per una lezione sulla comunicazione politica agli studenti dell’Universita’ dell’Insubria. Rispondendo a una domanda sulle sparate di Borghezio e di altri suoi colleghi, ha detto che la Lega Nord, all’inizio, era percepita come un movimento “xenofobo e razzista”, “contro i meridionali, poi contro gli extracomunitari”.
È un “messaggio che non condivido” ha premesso Bobo, ma alla fine ha vuotato il sacco. In quella che voleva essere un’impossibile e abbondantemente tardiva presa di distanze ha ammesso : “Un po’ ci abbiamo marciato, quando si e’ capito che un certo atteggiamento garantiva consenso”.
La confessione disinvolta di ciò che era chiaro da tempo a tutti fa comunque effetto. Anche perché l’ ex titolare del Viminale saprà certo che il razzismo è reato, e quindi dire “sì, è vero , siamo stati un po’ razzisti”, è come dire “sì, è vero, abbiamo rubato un po’”. C’è un limite alla realpolitik o per vincere le elezioni tutto è permesso?
”Ammettere di aver lucrato voti sul razzismo e sulla xenofobia e’ di una gravita’ estrema, soprattutto se a pronunciare queste parole e’ l’ex ministro dell’Interno di fronte ad una platea di studenti. Roberto Maroni in piena coscienza e volontariamente ha ammesso la scelta politica del Carroccio di tradire la Costituzione e di infangare le istituzioni” commenta il presidente vicario del gruppo Idv alla Camera, Fabio Evangelisti.
Secondo il deputato del PD Ettore Rosato, ”è del tutto inutile che provino a rifarsi la pelle e non sono stati affatto fraintesi: la Lega era e resta un partito razzista e xenofobo perche’ cosi’ dicono parole, insulti e atti dei suoi esponenti. Maroni dice che cosi’ guadagnavano consensi. E’ il classico caso di una toppa peggiore del buco”.
EP