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Maroni: “Respingere i profughi in Libia”

Il ministro dell’Interno chiede l’intervento dei mezzi della Nato per fermare i barconi. E assicura: “Non ci sono rischi, verrebbero riaccolti dal governo provvisorio libico”

Roma  – 13 giugno 2011 – “Fermare la guerra in Libia per bloccare le partenze dei profughi” dice il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Ma se non arriva la pace, suggerisce, si possono sempre respingere i barconi con le navi da guerra. Questa procedura, assicura il ministro, non prevedrebbe rischi per i profughi rispediti nel Paese martoriato dalle bombe di Gheddafi, degli insorti e della coalizione internazionale.

Intervistatom oggi dal Corriere della Sera, Maroni spiega che “le carrette del mare che trasportano profughi vengono ormai solo dalla Libia, perché grazie all’accordo che ho  firmato il 5 aprile dalla Tunisia non arriva quasi più nessuno. Berlusconi si deve fare portavoce sulla scena internazionale della richiesta di fermare i bombardamenti e lasciare spazio alla diplomazia. Finchè in Libia ci sarà la guerra non c’è alcuna possibilità di fermare gli sbarchi dei profughi che scappano da lì”.

Poi però il ministro aggiunge di avere una “richiesta in subordine” se non ci fosse spazio per un negoziato. Eccola: “Le navi della Nato che sono nel Mediterraneo per bloccare l’arrivo delle merci in Libia devono imporre il blocca anche al contrario e impedire la partenza dei profughi dalle coste della Libia”. Queste persone “vengono mandate dalle truppe di Gheddafi. È la ritorsione del Colonnello e come tale va fermata”.
Maroni teme che “i mezzi internazionali impegnati nei pattugliamenti abbiano sì intercettato i barconi partiti nelle ultime ore, senza tuttavia intervenire. Come se fossero navi da crociera”.

Fatto sta che nemmeno i mezzi nato sono navi da crociera, e un da guerra che respinge un barcone rischia di causare altre vittime. “Non è vero – ribatte il ministro – Chi parte dovrebbe essere fermato, soccorso e riportato da dove è salpato. Il dispiegamento navale è tale da poter intervenire senza rischi”.Nessun accenno alla possibilità di chiedere asilo in Italia.

“Il governo provvisorio libico  – conclude Maroni – ha già manifestato il consenso ad accogliere questi profughi che dunque verrebbero trasferiti a Bengasi . del resto non c’è altra soluzione per fermare gli sbarchi. Io potrò intervenire solo quando in Libia ci sarà un nuovo governo e un nuovo ministro dell’interno con cui fare un accordo contro l’immigrazione illegale”.

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