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Maroni: “Reato non applicare la legge sui clandestini”

Il ministro dell’Interno: "Intervenga il Csm". "Respingimenti funzionano, continueranno"

Roma -25 settembre 2009 – "La legge sulla clandestinità  è chiara, la capisce anche un bambino di sei anni. Non possiamo  accettare che i magistrati la interpretano in un modo o in un altro".

Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenendo alla prima Festa nazionale del Pdl a Milano.  "Il Csm – ha aggiunto –  deve intervenire oppure devono farlo altri giudici. Non applicare la legge è un reato".

Maroni ha anche ribadito che la politica dei respingimenti "continuerà perchè funziona".

"Gli  sbarchi – ha spiegato il ministro dell’Interno – sono diminuiti del 90%, in estate sono passati da 15mila a  meno di 1.500. La sinistra prima ci accusava di non avere impedito gli sbarchi e adesso ci accusano di sbagliare politica con i  respingimenti. O sono schizofrenici oppure vogliono fare una politica  delle porte aperte".

Bressa (Pd): "Clandestini sono nelle nostre case"

"La propaganda delle cifre gridate  dal ministro Maroni è vanificata dalla verità delle tante  difficoltà della magistratura ad applicare la legge sul reato di  clandestinità: tutto questo da’ il senso del fallimento della  politica di Berlusconi" commenta il vicepresidente dei deputati del  Pd, Gianclaudio Bressa.

"Quando Maroni capirà che i veri clandestini sono uomini e donne che lavorano nelle nostre  case e nelle nostre fabbriche, forse si apriranno spazi di  ragionamento. Per ora – dice Bressa – resta il giudizio delle Nazioni Unite, della  Chiesa e delle associazioni umanitarie sulla disumanità delle  politiche sull’immigrazione della destra italiana".
 

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