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Martini: “Con pacchetto sicurezza diritti a rischio”

Il presidente della Regione Toscana scrive a Napolitano e Maroni FIRENZE, 30 luglio 2009 – ”La norma contenuta nel ‘pacchetto sicurezza’, che rende obbligatorio esibire il permesso di soggiorno per svolgere le pratiche di anagrafe, di fatto mette a rischio diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, come il nome, la registrazione anagrafica, l’identita’. Non solo: puo’ favorire attivita’ criminali, costringendo le famiglie irregolari ad affidarsi a persone senza scrupoli per aggirare il dettato della legge. E anche allontanare le madri dagli ospedali, mettendo a repentaglio la salute loro e dei loro bambini, e incentivando il ricorso agli aborti, per di piu’ clandestini”.

Preoccupato per le conseguenze della norma che entrera’ in vigore l’8 agosto, conseguenze gia’ denunciate dalla Prefettura di Prato, il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha deciso di scrivere due lettere: una al presidente Giorgio Napolitano, una al ministro Roberto Maroni, promotore del ‘pacchetto sicurezza’.

Dopo aver elencato i rischi concreti rappresentati dall’entrata in vigore della legge, a Napolitano Martini chiede di ”farsi interprete delle preoccupazioni diffuse che questa vicenda ha suscitato non solo a Prato ma nell’intero Paese”. Con questa norma del pacchetto sicurezza, sottolinea Martini, ”siamo di fronte a una di quelle ‘incongruenze’ su cui Lei Presidente ha gia’, con saggezza e responsabilita’, richiamato l’attenzione del Governo”. A Maroni e all’intero governo, Martini chiede ”di intervenire con grande rapidita’, chiarezza e autorevolezza per impedire che questa drammatica prospettiva diventi realta”’.

Martini, in una nota, richiama poi la legge toscana sull’immigrazione, impugnata poche settimane fa dal governo davanti alla Corte Costituzionale. ”Dissi allora, e confermo oggi, che la Toscana rispetta lo Stato e le sue leggi, ma che non rinuncia, ne’ rinuncera’, ad esercitare i poteri che la Costituzione le riconosce”. E a Napolitano e Maroni rinnova l’appello a ”intervenire in maniera tempestiva ed efficace in modo da evitare che l’Italia diventi la terra dei ‘bambini fantasma”’.

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