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Mattarella: “Non barriere, ma ponti. L’Europa non torni indietro”

Il presidente della Repubblica al centenario della prima Guerra Mondiale. “Non prevalgano la paura, il sospetto, gli egoismi, la tentazione di rinchiudersi nei recinti di malintesi interessi nazionali”

 

 

Asiago (Vicenza) – 24 maggio 2016 – Non la guerra, ma la pace porta il progresso. Non le barriere, ma i ponti e il dialogo  assicurano libertà, democrazia, benessere e sviluppo. 

Intervenendo oggi ad Asiago alle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un nuovo appello all’Italia e all’Europa perché facciano tesoro della Storia e non si chiudano negli egoismi nazionali, mentre affrontano sfide epocali. Compresa dei flussi migratori

“Possiamo ben dirlo oggi, volgendo lo sguardo al secolo scorso: è stata la pace, non la guerra, ad assicurare stabilità e progresso” ha detto il Capo dello Stato. “È stato il dialogo, non lo scontro, a permettere le grandi conquiste civili, economiche e sociali di questi settanta anni. Sono state le intese, le alleanze non aggressive, le unioni a livello sovranazionale, e non le chiusure e le barriere, a garantire al nostro Paese, e agli altri, la libertà, la democrazia, il benessere, lo sviluppo”. 

“La classe dirigente europea del secondo dopoguerra – ha ricordato Mattarella –  a differenza delle precedenti, si dimostrò all’altezza dell’immane compito della ricostruzione, economica e morale, di un Continente distrutto e sgomento. Ci riuscì, operando con lungimiranza, tenendo insieme visione e pragmatismo, idealità e concretezza”. 

“Senza visione, senza ideali, senza sogni – è il monito del Presidente della Repubblica –  la politica si inaridisce, perde il suo slancio vitale. E lentamente finiscono per prevalere la paura, il sospetto, gli egoismi, la tentazione di rinchiudersi nei recinti di malintesi interessi nazionali”. 

“Le grandi, imponenti sfide, che oggi il mondo si trova davanti – il terrorismo, le migrazioni, i cambiamenti climatici, la lotta alla fame e alle malattie, lo sviluppo – si vincono tessendo collaborazioni e costruendo ponti. Servono comune intelligenza, unità d’intenti. Vanno ricercati, con ostinazione, obiettivi condivisi e politiche comuni”

“A fenomeni globali è impossibile dare risposte soltanto nazionali. Ignorarlo sarebbe illusorio e pericoloso” ha ribadito Mattarella. “Il momento, per l’Europa e per il mondo intero, non è facile. Vi è il rischio concreto che forze disgregatrici, minacce terroristiche, crisi economiche, flussi migratori, facciano fare pericolosi balzi all’indietro”. 

“Governi, classi dirigenti, forze sociali, intellettuali devono mostrarsi responsabili, lucidi, lungimiranti, all’altezza del compito epocale che grava sulle loro spalle”. Per fare questo, ha sottolineato il presidente della Repubblica, “devono anteporre ideali e visione alla ricerca, effimera, del consenso a ogni costo, ottenuto a volte con grandi semplificazioni e con demagogia”. 

“Assicurare un futuro di pace, di benessere e di diritti, è il sogno che ci chiedono, con forza, le nuove generazioni. Un grido silenzioso – affinché la tragedia di una guerra fratricida non abbia mai più a ripetersi – sale dai tanti cimiteri militari, sparsi qui attorno, sull’Altipiano, come nel resto d’Europa. Raccogliere questo sogno e quel grido – ha concluso Mattarella – è, oggi, il miglior modo per rendere onore a chi è caduto per la sua Patria e per rispettare tanto sangue versato”.

 

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