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Medici per i diritti umani: “I Cie peggio delle carceri”

Nel 2011 trattenute 7.735 persone, 3.880 poi rimpatriate"

Roma, 23 luglio 2012 – "Vengono chiamati ospiti, ma sono dei detenuti". Cosi' Alberto Barbieri, coordinatore generale di Medu (Medici per i Diritti Umani), definisce le migliaia di migranti trattenuti nei Cie, i Centri di identificazione ed espulsione distribuiti sul territorio italiano.

Da un rapporto di Medu, emerge come nel 2011 siano stati 7.735 (6.832 uomini e 903 donne) i migranti trattenuti nei Cie operativi in Italia, e di questi solo la meta' (3.880) sono stati effettivamente rimpatriati (dati forniti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno). Il dato secondo Medu e' "preoccupante", alla luce del fatto che, nonostante l'estensione della durata massima del trattenimento da 6 a 18 mesi ''il tasso complessivo di efficacia ha registrato un incremento modesto rispetto al 2010 (3.399 rimpatriati su 7.039)''. Se poi si compara il numero effettivo di rimpatri effettuati nel 2008 (anno in cui i termini massimi di trattenimento erano ancora di 60 giorni prima di essere prolungati a 6 mesi nell'agosto 2009 e successivamente a diciotto mesi nel 2011), con quello del 2011, si registra una diminuzione di piu' di 400 rimpatri (da 4.320 a 3.880).

"Siamo preoccupati -dice all'Adnkronos Barbieri- su due versanti. Innanzitutto rispetto allo scorso anno c'e' stato un peggioramento sul fronte dei diritti umani, e lo abbiamo verificato di persona avendo visitato ultimamente i Cie di Roma (Ponte Galeria), Torino, Bologna e Bari e in tutti i centri le condizioni di vita sono disagevoli. In particolare il Cie di Roma si presenta come una struttura fatiscente e infatti e' al primo posto nella triste classifica delle fughe. Sono delle vere e proprie carceri, anzi peggio, perche' nei Cie non si svolge alcuna attivita' (in alcuni vietano anche di avere delle matite o un giornale), inoltre non e' possibile parlare con gente esterna che non sia un parente di primo grado, quindi in pratica con nessuno, dato che i parenti vivono solitamente nel Paese di origine".

"Devastanti sono anche le ripercussioni psicologiche di coloro che chiamano ospiti. Al fallimento del viaggio -sottolinea il coordinatore generale di Medu Alberto Barbieri- si aggiunge infatti l'incertezza sul proprio futuro. L'altro aspetto preoccupante riguarda la reale efficienza dei Cie, che, ricordo, hanno l'obiettivo di identificare per poi espellere''. ''Per quanto riguarda gli immigrati che arrivano nei centri, ad oggi, solo 1 su 2 viene rimpatriato, nonostante la detenzione sia stata prolungata a 18 mesi. Ma il dato piu' allarmante -osserva- lo si ricava considerando il numero totale degli immigrati irregolari, che nel nostro Paese e' di circa 443.000 (dato Ismu a Gennaio 2011), quindi stando ai dati secondo cui sono 3.880 gli immigrati rimpatriati, ne torna a casa meno dell'1%".

 "L'inefficienza dei centri -conclude Barbieri- e' dimostrata dalla serie senza precedenti di rivolte e fughe di massa dell'ultimo anno (787 i migranti fuggiti nel 2011 rispetto ai 321 del 2010)''. Un dato ''che sconcerta -si legge nel Rapporto di Medu- e' anche l'alto numero di cittadini dell'Unione europea internati nei centri di identificazione ed espulsione. Lo scorso anno, infatti, sono transitati nei Cie ben 494 migranti di origine rumena, terza nazionalita' in assoluto per numero di presenze".

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