Roma, 18 giugno 2011 – Medici senza frontiere (Msf) “disapprova” la decisione del governo italiano di prolungare a 18 mesi la durata massima della permanenza nei Cie dei migranti irregolari.
L’associazione “e’ preoccupata delle conseguenze di tale misura sulla salute fisica e mentale dei migranti e chiede la chiusura dei due centri dove ha riscontrato condizioni di detenzione intollerabili”, entrambi in Sicilia. “Nel corso delle scorse settimane – denuncia una nota dell’associazione – l’equipe di Msf hanno avuto modo di visitare alcuni centri di accoglienza in Sicilia”. “Nei centri di Kinisia e palazzo San Gervasio, le condizioni di vita sono inaccettabili – spiega Rolando Magnano, capo missione in Italia.
Le persone dormono dentro tende e i servizi medici sono largamente insufficienti. A Kinisia manca l’elettricita’, le condizioni igieniche sono pessime e l’accesso all’acqua saltuario”. Nei centri dove i servizi di base sono accessibili, “il solo fatto di essere in stato di fermo prolungato per essere entrati irregolarmente nel territorio italiano – assicura Msf – ha forti ripercussioni sulla salute mentale delle persone.
Gli immigrati che vi transitano “sono passati attraverso esperienze molto difficili – fa notare Freya Raddi, coordinatrice delle operazioni – e vivono attualmente nell’incertezza piu’ totale sul loro avvenire, a causa di procedure di identificazione troppo lunghe e lente. Per queste ragioni e’ assolutamente irresponsabile prolungare la durata massima di permanenza a 18 mesi”.
In due precedenti rapporti pubblicati nel 2004 e nel 2010, Msf aveva gia’ denunciato le conseguenze “disastrose” sulla salute fisica e mentale delle condizioni di detenzione nei Cie in Italia e aveva chiesto la chiusura degli stessi. “Ancora una volta, constatiamo che le conseguenze sulle persone della politica migratoria italiana non vengono considerate – prosegue Raddi – Invece di concentrare i propri sforzi a inasprire le misure di detenzione, espulsione e controllo alle frontiere, le autorita’ italiane dovrebbero avere come priorita’ le condizioni di accoglienza dei migranti”.