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Metodologia CLIL, un’opportunità per “valorizzare” la propria lingua

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Roma – 10 gennaio 2017 – Il termine CLIL è l’acronimo di Content and Language Integrated Learning, apprendimento integrato di contenuti disciplinari in lingua straniera veicolare. In Italia, la Legge di Riforma della Scuola Secondaria di secondo grado avviata nel 2010 ha introdotto ‘‘l’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in una lingua straniera nell’ultimo anno dei Licei e degli Istituti Tecnici e negli ultimi tre anni di Licei Linguistici’’. Questa metodologia si sta diffondendo in Europa poiché la competenza linguistica in lingua straniera è considerata una dimensione chiave per il miglioramento dei curricoli scolastici. 

Il CLIL è ritenuto una soluzione ideale al fine di soddisfare la domanda di acquisizione delle lingue comunitarie e delle competenze culturali per favorire l’integrazione e la mobilità europea, una metodologia necessaria per un’educazione linguistica integrata, trasversale, plurilingue. A seconda dei diversi paesi, viene messa in evidenza l’importanza di predisporre gli studenti ad una società sempre più internazionalizzata al fine di donare migliori chance sul mercato del lavoro e trasmettere dei valori di tolleranza e di rispetto nei confronti di altre culture.

Purtroppo, nel sistema scolastico italiano gli insegnanti di materie non linguistiche non hanno quasi mai una preparazione di didattica linguistica adeguata e il loro compito principale è quello di trasmettere il contenuto disciplinare come indicato dai programmi ministeriali. È da questo che parte il CLIL: il massiccio inserimento nelle scuole degli immigrati porta il sistema a doversi adeguare alle nuove condizioni sociali e morali, proprio per garantire il diritto allo studio e per dare, agli studenti italiani e non, lo stesso diritto allo studio e le stesse condizioni per costruire il proprio futuro. Insegnare ed imparare una materia tramite una seconda lingua è sicuramente diverso se tale processo viene effettuato tramite la lingua madre. Docenti “stranieri” residenti in Italia possono in tal senso “sfruttare” la loro lingua al fine di partecipare a percorsi CLIL, accrescendo il livello motivazionale degli studenti grazie all’applicazione della lingua straniera in contesti differenti da quelli usati normalmente dagli studenti, soprattutto contesti pratici e di vita reale.

Ma quale formazione specifica per questi docenti? È necessario frequentare corsi di formazione ad hoc come il Corso di perfezionamento sulla metodologia CLIL 1500 ore – 60 CFU – durata 12 mesi” proposto da ICOTEA, Istituto Formativo del settore Scuola, autorizzato dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) con Decreto n. AOODGPER: 6833 del 19/09/2012 (si veda www.icotea.it/accreditamenti-e-certificazioni/). 

Il Corso si propone di fornire una formazione metodologico-didattica in ambito CLIL, si rivolge a tutti i docenti di discipline non linguistiche interessati nell’attuazione di programmi di istruzione attraverso una lingua straniera e consente di conseguire un certificato attestante le competenze acquisite per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera. 

Il titolo è utile per graduatorie scolastiche, concorsi pubblici, libera professione e aggiornamento professionale. Inoltre, esso consente ai docenti di ottenere la convalida di 3 punti per le graduatorie d’Istituto di II e III fascia.  Tale corso, fruibile completamente online, può essere finanziato mediante il Bonus Docenti ed il Voucher Formativo Finanziato dell’Unione Europea

Per ulteriori informazioni scrivere a icotea@icotea.it o visitare il link http://bit.ly/2hzD3Cb

 

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