Roma, 8 agosto 2011, E’ ancora Milano al centro dell’ennesimo scontro di civiltà che ieri ha visto protagoniste tra donne, due islamiche ed una italiana, tra le bancarelle di piazzale Lagosta.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la lite è scoppiata ieri pomeriggio quando una donna italiana sui quarant’anni si è trovata di fronte due donne islamiche coperte integralmente con un niqab che lasciava scoperti solo gli occhi.
Secondo quanto riportano diversi organi d’informazione la donna italiana si sarebbe innervosita e avrebbe gridato contro le due donne islamiche “mi fate paura” e che ” il velo è vietato dalla legge”. Successivamente la donna si sarebbe avvicinata alle due tirandogli via il velo, scoprendole in pubblico e causando così grande offesa e imbarazzo alle due donne musulmane.
Negli istanti successivi al gesto della signora italiana si sarebbe creata un lite più diffusa tra passanti e negozianti limitrofi che hanno assistito alla scena prendendo le parti dell’ultra e della’atra causa, mentre la donna italiana cercava di chiamare i carabinieri che sono intervenuti solo dopo che la lite si era già sedata.
Il gesto di ieri, che evidentemente mette ancora una volta in evidenza la tensione e la confusione esistente sul tema dell’utilizzo del burqa e del niqab, nasce però da un fraintendimento. Infatti, la legge invocata dalla signora italiana non esiste ancora ma si riferisce al primo pronunciamento a favore del divieto di indossare questi indumenti in pubblico, espresso della Commissione Affari costituzionali della Camera la scorsa settimana. Testo che però deve compiere ancora il suo intero iter parlamentare prima di essere approvato e quindi diventare una legge.
Sull’episodio è già nato però uno scontro politico con la mediatrice culturale di Milano Sumaya Abdel Qader che al Corriere della Sera ha dichiarato di non condividere la scelta del niqab ma che “vanno rispettate chi lo indossa, anche se per noi è difficile comprenderlo. Strapparlo via – conclude – è una atto di violenza”.
Alla mediatrice culturale ha risposto la stessa promotrice della legge che vieta l’uso del burqa e del niqab nei luoghi pubblici, la parlamentare del Pdl Souad Sbai, che ha condannato il gesto della donna italiana etichettandolo come “sbagliatissimo” ma ha tenuto a precisare che le responsabilità non sono da additare “a chi porta il velo ma a chi le costringe a farlo, anche se tutto ciò è un evidente segnale di malessere” – conclude la parlamentare Pdl.