Citta' del Vaticano, 9 gennaio 2013 – La Chiesa e' favorevole ''al riconoscimento del diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia e, conseguentemente, al diritto di voto amministrativo e allo svolgimento del servizio civile per i giovani fra i 18 e i 28 anni ''.
E' quanto ha ribadito ieri il direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, monsignor Giancarlo Perego, in occasione della conferenza stampa della Cei per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra domenica prossima. All'incontro con la stampa ha preso parte anche il presidente della Migrantes, monsignor Paolo Schiavon, il portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili ed era presente anche il ministro della Sanita' Renato Balduzzi.
''La proposta per la cittadinanza degli immigrati – ha detto poi Perego – resta importante per le forze politiche'', tuttavia, ha spiegato, fino ad ora ''ci sono 23 proposte diverse sulla cittadinanza dei vari partiti'' manca dunque una sintesi unitaria. ''Vedo difficile – ha aggiunto il direttore di Migrantes – una riforma della cittadinanza in tempi rapidi, speriamo pero' che una lettura dell'immigrazione come risorsa che accomuna le varie parti politiche faciliti questo percorso''.
''Molti immigrati stanno lasciando in questi mesi il nostro Paese a causa della crisi economica, prima arrivavano da noi dalla Spagna, oggi dall'Italia vanno in altri Paesi''. ha sottolineato ancora il direttore della fondazione Migrantes.
''Come e' noto – ha detto Perego – mancano al numero ufficiale del censimento 800mila immigrati: dove sono? Nell'irregolarita'? In altri paesi?". Perego ha anche sottolineato che in ''in questi anni sono stati persi 750mila posti di lavoro per immigrati''. Per questo, ha aggiunto, si assiste a un fenomeno di mobilita' anche all'interno dell'Europa. Anche in Germania per esempio, gli immigrati nel corso dell'ultimo anno sono aumentati di circa mezzo milione e di questi 46mila sono italiani'', il che testimonia la ripresa del fenomeno migratorio su vasta scala anche fra i Paesi europei.