Roma, 1 agosto 2023 – Un gruppo di 22 migranti afgani, tra cui 5 minori, è giunto questa mattina all’aeroporto di Fiumicino (Roma) grazie al programma dei “corridoi umanitari” promosso da Caritas Italiana, su incarico della Conferenza Episcopale Italiana. Questi rifugiati, provenienti da un contesto di guerra e gravi violazioni dei diritti umani, troveranno accoglienza e sostegno in diverse diocesi italiane, tra cui Fiesole, Belluno-Feltre, Vigevano, Cremona e Novara.
Migranti, come funzionano i corridoi umanitari
Il progetto dei “corridoi umanitari”, finanziato interamente dalla Cei e realizzato in collaborazione con le diocesi italiane, ha permesso finora la fuoriuscita da contesti di guerra e violazione dei diritti umani a richiedenti asilo, rifugiati e persone vulnerabili. E ha offerto a loro la possibilità di raggiungere in sicurezza il territorio europeo. Questo strumento si è dimostrato particolarmente prezioso per coloro che, altrimenti, non avrebbero avuto modo di ottenere una via sicura verso l’Europa.
Oltre ai corridoi umanitari, il programma ha anche introdotto i “corridoi universitari” e i “corridoi lavorativi”. I primi offrono il supporto necessario per completare gli studi e facilitare l’integrazione dei giovani migranti rifugiati nell’ambiente universitario. I secondi, invece, mirano a trasferire in Italia beneficiari individuati in Paesi terzi. Valorizzando le competenze professionali per un inserimento efficace nel mondo del lavoro, presso aziende operanti in Italia.
L’attuale gruppo di profughi afgani si aggiunge ai circa 200 già arrivati nel nostro Paese nell’ambito dell’ultimo protocollo stipulato con il governo italiano. Per un totale di 300 rifugiati afgani presenti in Paesi di transito come il Pakistan e la Turchia. La presenza di partner attivi in loco e il supporto della Chiesa locale hanno reso possibile la realizzazione di queste iniziative logistiche e organizzative. Dal momento dell’avvio del programma dei corridoi umanitari, la Chiesa in Italia ha accolto 1.146 persone (tra cui 400 minori) provenienti da diverse zone di conflitto e di instabilità, come Eritrea, Somalia, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Sudan, Siria, Iraq, Afghanistan e Yemen.
Un nuovo protocollo pronto a essere messo in atto
Tra l’altro, l’impegno della Chiesa italiana nell’accoglienza, protezione e integrazione dei rifugiati è destinato a continuare. È stato appena siglato, infatti, un ulteriore protocollo con i ministeri competenti, che si concentrerà nuovamente sull’Africa e sulla Giordania. Paesi che necessitano ancora di un sostegno per gestire i flussi migratori nel rispetto dei diritti umani. “E’ un progetto, quello dei corridoi umanitari, che non è risolutivo di una questione complessa come quella delle migrazioni, che richiede politiche lungimiranti a livello nazionale e globale. Ma che vuole essere segno di un’attenzione della Chiesa italiana. Di un impegno all’accoglienza, alla protezione e all’integrazione che non viene meno e della necessità che tutti. Ognuno, a seconda delle sue responsabilità, faccia la propria parte», ha commentato don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana.
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