Roma, 2 luglio 2024 – Nel solo mese di giugno, le acque del Mediterraneo hanno inghiottito novanta vite umane e lasciato tre persone disperse, un tragico bilancio che rappresenta una media di tre morti al giorno. Questo dato, già di per sé drammatico, è sottostimato. Gli arrivi dei migranti sulle coste italiane sono stati 4.700, di cui poco più di 1.000 nell’ultima settimana, con una riduzione complessiva del 60% rispetto ai mesi precedenti.
Migranti, tre morti al giorno
Il governo Meloni attribuisce questa diminuzione degli sbarchi agli accordi stipulati con la Libia e la Tunisia, ma il prezzo pagato in termini di vite umane è inaccettabile. I dati mensili pubblicati dall’Unhcr mostrano un considerevole aumento dei morti in mare, aggravato dal naufragio nello Ionio, di cui non si conosce ancora la reale entità. La Guardia Costiera non ha mai precisato il numero esatto dei corpi recuperati, oscillante tra 36 e 41, con almeno una ventina di dispersi. La pretesa equazione “meno arrivi, meno morti” si rivela quindi errata. Meno arrivi significano più respingimenti verso i lager libici e le violenze in Tunisia, e i numerosi decessi in mare sono il risultato della strategia del governo Meloni di lasciare il Mediterraneo privo di adeguati dispositivi di soccorso.
Il calo degli arrivi di giugno conferma il trend dei primi sei mesi del 2024, con una riduzione del 61% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le persone sbarcate a giugno sono state meno di 4.700, con la Libia che torna ad essere il primo Paese di partenza (66%) e Lampedusa il principale punto di arrivo (61%).
Il bilancio di giugno dell’Unhcr registra 90 morti e dispersi, ed è basato su informazioni raccolte sul campo. Le vittime confermate sono 66, mentre 24 persone risultano ancora disperse. Tra queste, 12 corpi avvistati dall’aereo Seabird della Ong Sea Watch a nord di Janzour (Tripoli) sono stati recuperati dalla Geo Barents e dalla Ocean Viking durante il secondo fine settimana del mese. Il 17 giugno sono stati sbarcati a Lampedusa 54 sopravvissuti al naufragio di una barca di legno partita da Zuwarah, in Libia, insieme a 10 corpi soffocati sottocoperta a causa dell’esplosione di una tanica di benzina.
Lo stesso giorno, 11 migranti sopravvissuti e un corpo sono stati sbarcati a Roccella Jonica, in Calabria, dopo che l’imbarcazione partita da Bodrum, in Turchia, si è ribaltata a 110 miglia nautiche dalle coste italiane. I sopravvissuti hanno resistito quattro giorni in mare prima di essere salvati. Sono stati recuperati 41 corpi, mentre 24 persone risultano ancora disperse.
L’Unhcr, quindi, continua a sollecitare gli Stati a potenziare le risorse e le capacità per adempiere efficacemente alle proprie responsabilità. In particolare, rinnova l’appello alla collaborazione per rafforzare i meccanismi di ricerca e soccorso in mare. E per promuovere un più ampio accesso a percorsi sicuri e regolari nell’Unione Europea per le persone in cerca di protezione internazionale.
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