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Migranti, il Cdm da l’ok alla “fase 2”: come cambiano le regole per le espulsioni

Roma, 28 settembre 2023 – Il governo Meloni, ha varato la cosiddetta “fase 2” nella gestione dei flussi migratori, con l’obiettivo di accelerare le espulsioni dei migranti irregolari, inclusi coloro che si dichiarano falsamente minori e richiedenti asilo. Vediamo nel dettaglio le nuove misure.

Migranti, cosa dice la “fase 2”

Il decreto d’urgenza, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, mira a stanare i presunti minori migranti e ad espellere immediatamente chi è considerato socialmente pericoloso, indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di asilo o siano in Italia da anni con un permesso di soggiorno. La prima misura significativa, quindi, riguarda il riconoscimento dell’età dei migranti. L’autodichiarazione di minore età non sarà più accettata, ma verrà verificata attraverso accertamenti antropometrici. Inoltre, se le strutture dedicate ai minori saranno al completo, i migranti dai 16 anni in su potranno essere temporaneamente ospitati nei centri di accoglienza per adulti, ma solo per un massimo di 90 giorni.

Il vero obiettivo del decreto, sostanzialmente, sembra essere quello di rendere più difficile l’esercizio del diritto d’asilo. Una delle norme più controverse è sicuramente l’articolo 4, che fornisce uno strumento per cancellare le domande di asilo dei migranti che, dopo lo sbarco, non si presentano all’appuntamento presso l’ufficio di polizia previsto per la formalizzazione. Questo potrebbe avere un impatto significativo, poiché molte persone non riescono a rispettare tali appuntamenti a causa di difficoltà oggettive come la mancanza di conoscenza del luogo, la confusione, le barriere linguistiche e la precarietà dell’accoglienza. Proprio per questo motivo esperti giuridici hanno già definito questa norma come la “norma dell’eliminazione dei richiedenti asilo”, e sostengono che sia illegittima.

La normativa del decreto, tra l’altro, rende anche complicato per i migranti presentare nuove domande di asilo dopo la bocciatura della prima. Questo potrebbe portare all’eliminazione di un gran numero di domande di asilo, limitando così il diritto di asilo per coloro che ne hanno effettivamente bisogno.

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