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Migranti, dopo aver salvato 264 persone Open Arms lancia l’allarme: in mare troppe imbarcazioni in difficoltà

Roma, 3 agosto 2023 – Secondo quanto riportato dalla nave umanitaria Open Arms, la situazione nel Mediterraneo è sempre più compromessa a causa di un altissimo numero di imbarcazioni di migranti presenti. Barconi che, ovviamente, necessitano di immediato soccorso. Per questo la Ong ha lanciato l’allarme, mentre continua disperatamente a fornire assistenza e salvataggio alle persone in mare.

Migranti, l’allarme di Open Arms

Nella giornata di ieri, la nave Open Arms ha ricevuto l’autorizzazione di approdo nel porto di Civitavecchia, nonostante si trovasse a tre giorni di navigazione dalla sua posizione. La Ong ha effettuato un primo salvataggio, portando in salvo 24 migranti, tra cui un bambino di soli tre anni. Tuttavia, la situazione è rapidamente peggiorata quando sono giunte segnalazioni di altre due imbarcazioni in difficoltà, con circa 100 migranti a bordo. Open Arms, quindi, si è affrettata a raggiungere le imbarcazioni in pericolo. Ma le autorità italiane hanno richiesto alla Ong di cedere il soccorso a una motovedetta libica. Nonostante i tentativi della nave umanitaria di intervenire, è stata costretta a testimoniare un ennesimo respingimento illegale verso la Libia. Tra l’altro, una delle imbarcazioni vuote è stata avvistata in fiamme, sottolineando ulteriormente l’urgenza di azioni concrete e coordinate per evitare tragedie.

La Ong, poi, ha riferito che il suo rimorchiatore è stato circondato da diverse imbarcazioni in ferro, tutte in precarie condizioni e a rischio di affondamento. “La Open Arms, diretta verso il porto di Civitavecchia con 24 persone a bordo, è stata allertata dalle autorità italiane per verificare alcuni casi aperti di imbarcazioni in difficoltà. Dopo aver effettuato altri due soccorsi, le autorità italiane ci hanno indicato altre coordinate da raggiungere e il nostro rimorchiatore si è trovato letteralmente circondato da una decina di barche in ferro, precarie e in pericolo. Abbiamo dunque effettuato altri 7 soccorsi. In questo momento abbiamo a bordo 264 persone, mentre sono ancora diverse le imbarcazioni che necessitano il nostro intervento”, hanno fatto sapere.

“Ricordiamo che nella giornata di ieri, sempre la Open Arms aveva tentato di raggiungere due imbarcazioni alla deriva con circa 100 persone a bordo. Ed era stata fermata dalle stesse autorità che oggi ci stanno coordinando perché il ‘soccorso’ era stato già effettuato dalla cosiddetta guardia costiera libica. Ribadiamo ancora una volta che i respingimenti sono vietati dalla Convenzione di Ginevra. E che la Libia non può essere considerato un porto di sbarco sicuro. Chiediamo alle autorità che ci coordinano in mancanza di motovedette, che le stesse procedure siano attivate sempre. In presenza di assetti sicuri, le persone devono essere soccorse e fatte sbarcare in paesi in cui la vita e i diritti possano essere garantiti. Né la cosiddetta guardia costiera libica né i porti libici possono fornire le garanzie necessarie al rispetto dei principi che sono alla base delle nostre Costituzioni democratiche”, hanno sottolineato inoltre.

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