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Migranti e permesso di soggiorno: in 4 anni accettate solo il 59% delle domande

Roma, 15 ottobre 2024 – A distanza di quattro anni dalla chiusura della finestra per la presentazione delle domande di emersione dei migranti, solo il 59% delle istanze presentate ha ricevuto una risposta positiva. Sono stati rilasciati 130.100 permessi di soggiorno su un totale di 220.528 richieste, mentre il 16% delle domande è ancora in fase di valutazione. Il risultato è che migliaia di lavoratori e lavoratrici stranieri restano in un limbo burocratico e giuridico, senza alcuna certezza sul loro futuro.

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Migranti e permessi di soggiorno, critiche alla gestione della sanatoria

Il dossier della campagna Ero Straniero ha evidenziato gravi ritardi nella gestione delle pratiche da parte della pubblica amministrazione e i limiti di un sistema che ricorre periodicamente a misure emergenziali per affrontare la questione migratoria. I dati, aggiornati al 30 giugno 2024, mostrano come solo il 74,8% delle richieste sia stato esaminato nel merito, lasciando una parte significativa della popolazione migrante senza risposte. Danesh Kurosh, responsabile dell’Ufficio immigrazione della Cgil, ha ricordato come il provvedimento di regolarizzazione fosse nato nel contesto della pandemia da Covid-19, evidenziando il ruolo cruciale dei lavoratori domestici, il cui contributo era diventato fondamentale. Tuttavia, nonostante l’urgenza della situazione, l’attuazione del provvedimento è stata definita “un disastro”. Le lunghe attese, che possono durare anni, continuano a creare incertezza tra i migranti. Non solo per la regolarizzazione, ma anche per altri processi, come i rinnovi del permesso di soggiorno o i ricongiungimenti familiari.

Kurosh ha inoltre denunciato la lentezza burocratica, sostenendo che la gestione dei permessi di soggiorno e delle regolarizzazioni “fa acqua ovunque”. Per affrontare questo problema, la Cgil ha promosso azioni comuni simili a una class action, ma in Italia questo strumento ha un’efficacia limitata, valendo solo per chi presenta ricorso e non per tutti coloro che vivono la stessa situazione. Secondo Kurosh, poi, l’Italia non può fare a meno del contributo dei lavoratori immigrati, soprattutto in settori come l’assistenza alla persona, l’edilizia e persino nella pubblica amministrazione. Il fallimento nell’affrontare il tema dell’immigrazione non solo priva i migranti dei loro diritti, ma rischia di mettere in crisi l’economia italiana. “Senza gli immigrati, la nostra società sarebbe in grande difficoltà”, ha concluso, sottolineando che il vero problema è la mancanza di fondi, una giustificazione troppo spesso usata dalle istituzioni.

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