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Ex trafficante tunisino spiega perchè sono ripartiti i flussi dalla Libia: “Siamo stati usati per i soldi dell’Ue”

Roma, 28 novembre 2023 – Qualcosa a Sfax sta cambiando. La Guardia Nazionale tunisina, infatti, dopo gli accordi stretti con l’Unione europea, ha iniziato a stringere la morsa sugli “harka”, i trafficanti di migranti. A raccontarne i dettagli è stato proprio un ex trafficante intervistato dal Quotidiano Nazionale.

Migranti, le confessione dell’ex trafficante

L’ex ‘harka’ spiega che la pressione crescente della Guardia Nazionale ha spinto molti trafficanti a ritirarsi dall’attività. La stretta del presidente Saied, utilizzata come leva per negoziare con l’Unione europea, quindi, ha cambiato radicalmente la dinamica del traffico di migranti. “Oggi chiediamo dai 2 ai 3mila dinari (600-900 euro) per un posto su un barchino in metallo, il doppio se il barchino è in legno, con massimo una trentina di persone, e con due motori. Per ogni movimento l’utile è del 50-60%”. Tuttavia, il traffico di migranti è in declino, e molti ‘harka’ stanno abbandonando l’attività. O per lo meno, lo è quello che che parte dalla Tunisia.

Tra l’altro, ha spiegato l’ex trafficante, i migranti preferiscano partire dalla Tunisia rispetto alla Libia, dove la Guardia Costiera è strettamente legata ai trafficanti e spesso li sottopone a torture. “Qua al massimo la polizia li picchia un po’, ma manco sempre, e al massimo li rimanda indietro nel deserto libico o algerino. Per questo, e per il fatto che da qui il viaggio verso Lampedusa dura la metà, venivano fino a Sfax. Venivano perché ormai il momento buono è finito. Purtroppo il business ha tirato molto per tutto l’anno, e qui a Sfax ci abbiamo guadagnato il giusto in parecchi, anche gente rispettabile che ci metteva i centomila dinari per comprare le barche, ci finanziava, ma ora la pacchia sta finendo. 

Il presidente Saied è stato abile, ci ha sostanzialmente usato per fare l’accordo con l’Unione europea, per farvi impaurire, e ora ha dato ordine alla Guardia Nazionale di bloccarci. Francamente, abbiamo paura, io non voglio finire in carcere, e quindi con altri amici ci stiamo sganciando. Ci spartiamo queste migliaia che ci sono rimasti e addio. Vogliono riprendersi il flusso. Non gli va bene che noi guadagniamo alle loro spalle. E quella è gente che spara. Hanno già dato disposizioni perché i carichi di migranti che arrivano dal deserto, restino in Libia. Tira di nuovo il porto di Sabratha. Peggio per i migranti, che da lì la traversata è più lunga, pericolosa e cara. Ma poi per voi cambia poco: sempre in Italia arrivano“, ha aggiunto infine, sorridendo, come se si stesse parlando di merce e non di esseri umani.

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