Roma, 31 maggio 2023 – Ieri mattina la Geo Barents è sbarcata a Bari con a bordo 605 migranti salvati nel Mediterraneo. Una volta toccata la terra ferma, i profughi hanno raccontato cosa hanno dovuto subire durante il loro viaggio della speranza. Storie, ricordi, traumi che fanno venire i brividi. E che confermano ancora una volta il dramma che queste persone affrontano per arrivare in Europa.
Migranti, le storie drammatiche del viaggio
“I miei figli hanno perso la loro infanzia. Ero terrorizzata per la loro vita e sono davvero grata di essere qui adesso. Spero che l’Europa abbia per loro solo cose belle e che possano avere un’infanzia serena”, ha raccontato Abia, una donna siriana di 30 anni salvata dalla nave di Medici Senza Frontiere. “Pensavamo che saremmo morti, ora abbiamo una nuova possibilità”, ha aggiunto poi Imran, 22enne del Pakistan. “È stato orribile laggiù, adesso speriamo in una vita migliore in Europa. Siamo così grati di avere accesso ad acqua pulita, docce e cibo. La vita in Libia era come l’inferno. Ringrazio Dio perché ci avete raggiunto e salvato”, ha invece sottolineato Hassan, un uomo di 31 anni.
I tanti migranti viaggiavano stipati in un vecchie peschereccio, un mezzo di fortuna. Tra loro erano presenti anche 11 donne e 151 minori. Alcuni sono bambini molto piccoli, 20 hanno meno di 13 anni. Provengono tutti da Siria, Bangladesh, Palestina, Egitto e Pakistan. Le storie, il terrore di quanto affrontano, però, li accomuna nonostante i diversi paesi d’origine.
“Erano partiti dalla Libia con un peschereccio e sono rimasti in mare per quattro giorni. Ci hanno raccontato di un viaggio pericolosissimo e drammatico, in cui hanno finito cibo e acqua e a lungo sono rimasti senza soccorsi”, ha spiegato Fulvia Conte, la responsabile dei soccorsi della nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere. “Ci hanno parlato delle sofferenze atroci subite in Libia. Alcuni sono stati torturati davanti ai propri figli. I bambini ora sono sollevati, perché finalmente sono in un posto sicuro insieme alle proprie famiglie. Avranno però bisogno di cure sia mediche che psicologiche, perché sono stati testimoni e vittime di situazioni drammatiche. La maggior parte dei più piccoli, però, almeno fisicamente sta bene”, ha aggiunto infine.
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