Roma, 25 gennaio 2023 – Sembra proprio che la selezione dei porti di arrivo delle navi Ong tenti in tutti i modi di mettere in difficoltà le stesse imbarcazioni. E magari, nel tempo, scoraggiarle. Lo dimostra l’ultima destinazione assegnata alla Geo Barents: porto di La Spezia. “Dopo il salvataggio di oggi, le autorità italiane ci hanno assegnato La Spezia come luogo di sbarco. Questa città dista circa 100 ore di navigazione dalla nostra posizione attuale“, ha fatto sapere Medici Senza Frontiere, che al momento ha a bordo 69 migranti fra cui 25 minori e 9 donne.
Migranti, la Geo Barents impiegherà 100 ore a raggiungere il porto di La Spezia
“Perchè farli sbarcare a La Spezia quando ci sono porti idonei più vicini? Così si va contro il diritto marittimo internazionale“, ha inoltre sottolineato sui social Medici Senza Frontiere. Tra l’altro, quello effettuato non è stato un salvataggio semplice. Il gommone si trovava in acque internazionali, e quando la Geo Barents ha tentato di aiutare i migranti si è trovata a fronteggiare il blocco della Guardia costiera libica. “State lontani o spariamo”, si sono sentiti dire i soccorritori di Mdf. “Mentre ci avvicinavamo per aiutare le persone e portarle in salvo hanno minacciato di sparare”, hanno infatti fatto sapere dalla Geo Barents.
E non è tutto: durante la fase di rientro la nave della Ong si è dovuta fermare a soccorrere anche una seconda imbarcazione con 61 migranti. A riguardo il governo italiano è stato avvisato, ma non ha dato alcuna indicazione. Proprio per questo motivo ora la Geo Barents potrebbe essere accusata di aver violato il codice di condotta delle Ong, perchè ha interrotto il percorso verso il porto per effettuare un altro intervento.
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