Roma, 28 giugno 2024 – In un’intervista rilasciata a La Stampa il 27 giugno, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha difeso l’accordo tra il governo italiano e quello albanese per la costruzione di strutture in Albania dove esaminare le richieste d’asilo di una parte dei migranti diretti verso l’Italia. Piantedosi ha giustificato l’accordo affermando che i costi del progetto devono essere rapportati ai benefici. In particolare, alla riduzione delle risorse spese dall’Italia e dall’Unione Europea per persone che, secondo il ministro, “al 90% circa, si riveleranno non averne diritto”. Tuttavia, questa affermazione è contestabile alla luce dei dati disponibili.
Migranti, i dati smentiscono Piantedosi
Secondo Eurostat, nel 2023 il 52,8% delle domande d’asilo presentate per la prima volta nei 27 Stati membri dell’Unione Europea ha ricevuto una risposta positiva. Questo dato mostra un aumento rispetto al 48,8% del 2022 e al 38,2% del 2021, indicando che più della metà delle richieste d’asilo esaminate riceve una qualche forma di protezione. Le forme di protezione riconosciute includono lo status di rifugiato (22,4% dei richiedenti), la protezione sussidiaria (19,2%) e la protezione per motivi umanitari (11,2%). Inoltre, il 27% dei ricorsi contro il rifiuto iniziale delle domande d’asilo ha avuto esito positivo nel 2023, evidenziando ulteriormente che molte decisioni negative vengono ribaltate.
Anche restringendo l’analisi all’Italia, i dati non supportano l’affermazione di Piantedosi. Nel 2023, il 46,3% delle domande d’asilo presentate per la prima volta nel nostro Paese ha ricevuto una risposta positiva. Il 10,4% ha ottenuto lo status di rifugiato, il 13,8% la protezione sussidiaria e il 22,2% la protezione umanitaria. Il ministro, quindi, potrebbe aver fatto riferimento ai migranti provenienti da Paesi considerati “sicuri” dall’Italia, per i quali le procedure d’asilo sono accelerate. Tuttavia, anche in questi casi, le percentuali di accoglimento sono superiori a quanto indicato da Piantedosi. Per esempio, nel 2023 il 17% delle domande d’asilo dei tunisini nell’UE ha ricevuto una risposta positiva, con percentuali simili o superiori per altri Paesi della lista come Camerun (27,8%), Costa d’Avorio (29,4%) e Senegal (21,4%).
Im conclusione, perciò, i dati mostrano chiaramente che una percentuale significativa di richiedenti asilo in Italia e nell’Unione Europea riceve protezione, contraddicendo le affermazioni del ministro Piantedosi. Il governo italiano dovrà quindi considerare attentamente le implicazioni etiche e pratiche dell’accordo con l’Albania, assicurando che i diritti dei richiedenti asilo siano rispettati e che le decisioni siano basate su valutazioni accurate e imparziali.
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