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Migranti, il dramma di Christmail: revocato l’affidamento concesso alla dottoressa che l’aveva accolto

Roma, 4 settembre 2023 – Nella piccola stanza che Alessandra Teresi aveva preparato per lui il tempo sembra essersi fermato. Lì c’era tutto il necessario per accoglierlo: un lettino ben fatto, i giochi, i vestiti. Ma soprattutto l’amore di una famiglia che gli aveva aperto le braccia appena arrivato a Lampedusa. D’altronde, lui, a soli sei mesi, una mamma non ce l’ha più. Sua madre, infatti, durante una traversata su un barcone colmo di migranti, è scomparsa tra le acque del Mediterraneo. Così Alessandra, suo marito e suo figlio hanno deciso di aprirgli le porte della loro casa. Ma solamente una settimana dopo, una chiamata della polizia ha riscritto, ancora una volta, la storia di Christmail.

Migranti, la storia di Christmail

Alessandra Teresi è un medico rianimatore del 118. Ha incontrato Christmail per la prima volta quando era solo un neonato, avvolto in coperte spartane, tenuto tra le braccia tremanti di una delle profughe a bordo di un barcone che aveva intrapreso il pericoloso viaggio dalla Tunisia a Lampedusa. La madre di Christmail era annegata durante quella disperata traversata, mentre il padre era rimasto in Tunisia. Così, per i suoi primi sei mesi di vita, il piccolo aveva conosciuto solo la solidarietà delle donne a bordo del barcone, che si erano alternate nell’accudirlo.

Ma quando Christmail finalmente mette piede in Italia, trova molto più di un rifugio. Lì ad accoglierlo c’era una famiglia composta da Alessandra, suo marito e il loro figlio di 14 anni. E per il bene del bambino, il tribunale per i minorenni, con il consenso del padre di Christmail contattato dalla dottoressa, ha subito concesso un affido temporaneo. Alessandra sapeva che questa non sarebbe stata una situazione permanente e che, prima o poi, il piccolo sarebbe tornato dal padre. Tuttavia, nessuno poteva immaginare quanto presto sarebbe arrivato quel giorno. Quel giorno è arrivato solamente una settimana dopo tramite una chiamata della polizia.

“Mi dissero di recarmi in tribunale con il bambino perché servivano alcuni documenti e dati”, racconta Alessandra. “Ci portarono in una stanza con tre agenti e il responsabile di una casa-famiglia. Poi, senza spiegazioni, ci comunicarono che il giudice aveva revocato l’affidamento e che dovevamo restituire il bambino, destinato ora a una struttura protetta.” Nessun dettaglio, nessuna spiegazione. La Polizia si è limitata a parlare di errori nella procedura di affido. Mentre il tribunale per i minorenni, dalla sua, si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni.

“Noi sapevamo che questa era una situazione temporanea e che Christmail non avrebbe vissuto con noi per sempre”, spiega la dottoressa Teresi. “Infatti, ho cercato attivamente di agevolare il ritorno del bambino dal suo genitore, offrendo al padre una casa e un lavoro. Il nostro obiettivo era solo quello di riunire Christmail con il suo padre e di fornire loro tutto il supporto possibile”. Da allora, la famiglia non ha più ricevuto notizie del piccolo. “Non sappiamo dove sia né ci è stato concesso di vederlo. Tutto ciò che vogliamo è il meglio per lui, ma una vera casa, almeno fino a quando non potrà riabbracciare suo padre. Sarebbe sicuramente preferibile a un orfanotrofio“, ha infine commentato Alessandra.

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