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Migranti, il Garante per la privacy pone dubbi sulla proporzionalità dell’accesso ai dispositivi dei rifugiati

Roma, 24 ottobre 2024 – Il Garante per la privacy, Pasquale Stanzione, ha sollevato perplessità riguardo all’articolo 12 del decreto flussi, che permette alle forze di polizia di accedere ai dispositivi elettronici dei migranti in caso di mancata collaborazione all’identificazione. Intervenendo in audizione presso la prima commissione della Camera, Stanzione ha evidenziato la necessità di valutare la proporzionalità di questa misura e di sottoporla a una verifica giudiziale preventiva, specie per quanto riguarda i minori non accompagnati.

Migranti, cosa dice l’art. 12 del Decreto flussi

L’articolo 12 autorizza le autorità di pubblica sicurezza ad accedere ai dati presenti nei dispositivi elettronici dei migranti trattenuti nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) o richiedenti asilo, in caso di inosservanza dell’obbligo di collaborazione. Il provvedimento include anche minori non accompagnati e prevede l’accesso a tutti i dati, compresi video e immagini, contenuti nei dispositivi. La norma prevede la convalida successiva dell’accesso da parte del tribunale dei minorenni per i minori e del giudice di pace per gli adulti, con la cancellazione dei dati in caso di mancata convalida.

Secondo Stanzione, però, è necessario riflettere sull’ampiezza del potere di accesso conferito alle forze dell’ordine, che potrebbe consentire una raccolta eccessiva di informazioni personali, inclusi dati sensibili o di terzi, senza un collegamento diretto con l’identificazione del migrante. Il Garante ha citato una recente sentenza della Corte europea di giustizia, che ha stabilito che tali misure sono accettabili solo se strettamente necessarie e soggette a controllo preventivo da parte di un giudice. In particolare, il Garante ha suggerito di rimuovere l’accesso ai dati video e fotografici non rilevanti per l’identificazione e ha invitato a limitare la convalida giudiziale solo ai casi di urgenza. Infine, il Garante ha posto l’accento sulla necessità di una maggiore tutela per i minori non accompagnati, che godono di protezioni specifiche in materia di privacy e diritti. Stanzione ha sottolineato che qualsiasi intervento riguardante i minori dovrebbe essere motivato dal loro “superiore interesse”, e quindi, anche in questi casi, dovrebbe essere garantita una verifica preventiva sulla legittimità dell’accesso ai dati.

L’intervento del Garante apre così un dibattito sulla proporzionalità delle misure previste nel decreto e sull’equilibrio tra sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali, specialmente in un contesto delicato come quello dell’immigrazione e della protezione dei minori.

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