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Migranti, il governo delle contraddizioni chiede aiuto a Open Arms per i soccorsi in mare

Roma, 13 luglio 2023 – Contraddizioni e paradossi sono due parole perfette per descrivere l’approccio del goveno Meloni alla questione migranti. Nonostante la politica dell’esecutivo in termini di immigrazione e gli slogan sulla chiusura dei porti e la limitazione delle attività delle Ong, infatti, queste ultime sono tornate a essere coinvolte in operazioni di salvataggio. E a lavorare in collaborazione con le autorità italiane, dimostrando una realtà che va contro la retorica anti-migranti. Tra le prescelte, tra l’altro, c’è proprio la Open Arms, la stessa che ha mandato a processo Salvini.

Migranti, il governo chiede aiuto alle Ong

Il 6 luglio scorso, infatti, la nave di Open Arms è stata coinvolta in sei operazioni di salvataggio coordinate con il Comando generale delle capitanerie di porto di Roma. Questa situazione è stata definita “una situazione di normalità” dalla portavoce dell’ONG spagnola, Veronica Alfonsi. Ma crea una dissonanza logica con la politica dichiarata di chiusura dei porti e tolleranza zero verso le Ong.

Nonostante il decreto Cutro, che imponeva un’approvazione caso per caso per ogni operazione di salvataggio, quindi, la nave di Open Arms ha continuato ad essere coinvolta in salvataggi multipli. “Ci hanno chiamato e ci hanno dato le coordinate dove erano state localizzate altre sei barche sovraccariche di migranti. Una volta arrivati sul posto, abbiamo chiesto all’Italia come muoverci e ci hanno detto di soccorrere quante più persone possibile, senza superare il limite massimo della nostra capacità di bordo, pari a 300”, ha spiegato la portavoce di Open Arms a Il Foglio. In totale, altri 175 naufraghi salvati tra cui 90 minori. “Roma ci ha anche chiesto di restare a presidiare le altre persone in difficoltà, in attesa dell’arrivo delle motovedette della Guardia costiera. Cosa che abbiamo fatto prima che ci assegnassero il porto di Brindisi per lo sbarco”, ha aggiunto poi.

La pressione migratoria, in particolare dal flusso proveniente dalla Tunisia, quindi, sembra rendere inapplicabili alcune disposizioni del decreto Cutro. E così come Open Arms, altre Ong hanno effettuato salvataggi multipli, superando le restrizioni imposte dal governo. Questa situazione crea un paradosso in cui Salvini, leader della Lega, si trova in un governo che chiede aiuto alle ONG per i salvataggi. Tra l’altro, proprio mentre è coinvolto in un processo per il rifiuto di sbarco di migranti a bordo della stessa Open Arms. E dimostra, di fatto, che l’intervento delle Ong era e rimane fondamentale.

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