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Migranti, il nuovo decreto dà più poteri alla Corte d’Appello per ribaltare le ordinanze sui trattenimenti

Roma, 23 ottobre 2024 – Continua il botta e risposta tra la magistratura e il governo Meloni sul tema migranti. L’esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia, infatti, sta lavorando a una norma nel nuovo decreto legge che potrebbe modificare il trattamento legale dei migranti trattenuti nei centri di permanenza per il rimpatrio (CPR). Questa misura era uno dei punti chiave della “soluzione” cercata da Meloni per evitare nuove ordinanze come quelle emesse dai giudici di Roma, che avevano messo in discussione la detenzione dei migranti trasferiti in Albania.

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Migranti, il nuovo decreto del governo Meloni

Dopo un iniziale tentennamento da parte del Consiglio dei ministri, una fitta interlocuzione tra Palazzo Chigi, il Viminale, il ministero della Giustizia e il Quirinale ha aperto le porte all’inclusione della norma nel decreto, che adesso attende solo la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La norma stabilisce che, in caso di decisioni riguardanti il mancato trattenimento dei migranti nei CPR, sarà possibile presentare reclamo alla Corte d’Appello entro cinque giorni, senza che questo sospenda l’esecuzione del provvedimento impugnato. La corte, dopo aver ascoltato le parti coinvolte, dovrà emettere un decreto immediatamente esecutivo entro dieci giorni.

Questa modifica rappresenta un cambio sostanziale rispetto alla situazione attuale, in cui le impugnazioni vengono valutate dalla Corte di Cassazione, limitandosi a un giudizio di legittimità. Ora, la possibilità di presentare ricorso in Appello permetterà una rivalutazione nel merito, aumentando le chance di ribaltare le ordinanze dei tribunali. È questo uno degli obiettivi principali del governo Meloni, che ha insistito sull’inserimento della norma nel decreto, nonostante alcuni dubbi emersi durante il Consiglio dei ministri.

A Palazzo Chigi, il timore che la sola modifica alla lista dei “Paesi sicuri” per i rimpatri non fosse sufficiente a cambiare il trend delle ordinanze, quindi, ha spinto il governo a valutare attentamente il contesto politico e giuridico. Si era anche considerata l’opzione di rinviare la norma e ripresentarla successivamente in Parlamento sotto forma di emendamento, ma alla fine ha prevalso l’intenzione di agire subito. La norma non ha incontrato ostacoli particolari durante i confronti tra i vari uffici legislativi coinvolti, e il testo definitivo sarà presto inviato al Quirinale per l’approvazione. Se il provvedimento dovesse essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si sta già valutando la possibilità di trasferire la norma sotto forma di emendamento al decreto sui flussi migratori, attualmente in discussione alla Camera. Questo decreto ha già ripristinato il reclamo in Corte d’Appello contro i provvedimenti dei Tribunali distrettuali in materia di asilo, un cambiamento che ha sollevato preoccupazioni tra i presidenti delle Corti d’Appello, che temono ripercussioni sull’organizzazione dei tribunali e sui carichi di lavoro, già aggravati dalla carenza di personale.

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