Roma, 23 febbraio 2024 – Il dibattito sull’accoglienza dei migranti assume nuove sfumature nel contesto veneto, con particolare riferimento alla città di Padova. Il presidente della Regione, Bertin, ribadisce l’urgenza di affrontare la questione della manodopera, sottolineando la necessità di considerare i migranti come una risorsa potenziale per colmare i vuoti occupazionali in vari settori. “Non c’è settore che non sia deficitario per migliaia di posti di lavoro”, ha infatti sottolineato Bertin, suggerendo che, previa una breve formazione supportata da istituzioni come la Camera di Commercio e le categorie economiche, i migranti potrebbero essere inseriti in diverse industrie.
Migranti, il Veneto continua a chiedere manodopera
Secondo Bertin, però, bisogna anche ammettere che ci sono sfide da affrontare, inclusi i problemi legati ai permessi di soggiorno e alla disponibilità di alloggi. Proprio per questo motivo propone un approccio collaborativo tra le istituzioni locali e la Prefettura per affrontare queste questioni in modo efficace. “Accogliere tutti o non accogliere nessuno sono opzioni che non reggono“, ha infatti dichiarato, enfatizzando l’importanza di affrontare il tema senza preconcetti ideologici.
Anche la Confederazione Nazionale dell’Artigianato (Cna) ha espresso il suo appoggio verso l’idea di coinvolgere i migranti nel settore dell’artigianato. Luca Montagnin, presidente della Cna, a riguardo, ha già ribadito la carenza di manodopera e professionalità nel settore e per questo si è detto pronto a esplorare tutte le opportunità che si presentano. Non solo, ha rivelato anche un progetto in corso per la formazione sulla sicurezza nei cantieri, sottolineando la sfida di formare lavoratori che parlano diverse lingue. Inoltre, ha evidenziato anche l’iniziativa dei “corridoi professionali”, volta a offrire formazione nei territori di origine dei migranti per facilitare il loro ingresso nel settore dell’artigianato in Italia.
L’approccio proposto da Bertin e dalla Cna, quindi, riflette una visione pragmatica e inclusiva, che vede nei migranti non solo individui da assistere, ma potenziali contribuenti alla forza lavoro e alla crescita economica. La formazione e l’inserimento professionale dei migranti non solo soddisferebbero le esigenze del mercato del lavoro, ma contribuirebbero anche all’integrazione sociale e culturale, creando una comunità più coesa e solidale.