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Migranti in festa a Ravenna

Nove giorni di spettacoli, musiche, danze e delicatesse dal mondo per il Festival delle culture, un appuntamento che unisce gente di ogni nazionalità

wes-madiko-pic.gifRavenna – 29 maggio 2009 – Nove giorni di musica, danze, mostre, cibi, seminari, mercati, spettacoli. Da domani fino al Ravenna apre le porte al Festival delle Culture, che affonda le sue radici in altre due iniziative passate che molti ricordano l “L’Essenza delle Presenza” e “MeditaEuropa”. La kermesse debutterà ai Giardini pubblici di Ravenna sabato alle 19 con una star internazionale, il cantante camerunense Wes Madiko. La serata, con ingresso a offerta libera, si aprirà con un intro di danze tradizionali nigeriane e il rap di Nashy&Incubo.

Martedì 2 giugno la Festa della Repubblica verrà celebrata dal Festival nella “periferia” multiculturale di Ravenna, al Lido Adriano. Sarà una giornata interamente dedicata ai luoghi di frontiera, con dibattiti, mostre e musica. La giornata si chiuderà con il concerto del gruppo rap ravennate Il Lato Oscuro della Costa (ore 21, Agorà, viale Tasso 1). Uno spazio verrà dato anche al cinema, nei giardini Speyer (zona stazione) nelle serate del 2, 3 e 4 giugno. Evento speciale: “Come un uomo sulla terra”, documentario di Riccardo Biadene, Andrea Segre e Dagmawi Yimer sui profughi e le rotte dei migranti dalla Libia all’Italia (3 giugno ore 21.30).

Il 4 giugno, alle 21, alle Artificierie Almagià sarà di scena la parola dei viaggiatori attraverso lo spettacolo teatrale dei marsigliesi L’Orpheline est une épine dans le pied (compagnia associata ai Bancs Publics): «Oui ou non, avons-nous traversé la mer? », dialoghi fra le due sponde del Mediterraneo.

Il clou del Festival sarà all’Almagià nelle serate del 5, 6, 7 giugno. Il venerdì 5 alle 19.30 la Banda cittadina di Ravenna partirà da Piazza del Popolo marciando attraverso le “Porte etniche” dell’artista Giampaolo Masotti fino all’Almagià, dove verrà accolta dalla capoeira del gruppo Conquinho Baiano e dai burattini di Arrivano dal Mare. Durante la serata verrà aperta una finestra sul mondo delle seconde generazioni di immigrati con il rapper ravennate di origine angolana Nashy che ospiterà, in un contesto, coetanei da varie parti di Italia, in particolare Inoki e i Mic Meskine. In concerto anche il gruppo italo-marocchino-argentino Les Hardonik.

Ospite d’onore delle tre giornate è l’Albania con artisti come Lili Cingu, Rexhep Celiku, figure leggendarie del ballo tradizionale albanese, il celebre attore Mirush Kabashi e la cantante Fatime Ymeri (sul palco sabato 6 giugno). In esclusiva il complesso Spartiti per Scutari Orkestra, nato da un incontro fra il maestro albanese Bardh Jakova e la scuola di musica popolare di Forlimpopoli (sempre sabato 6). Poi la mostra “Scritti di luce” (100 anni di Albania in foto 1850-1950 – Marubi) e gastronomia dal Paese delle Aquile.

Tra gli altri ospiti internazionali: dal Portogallo il gruppo folk rock Uxu Kalhus (5 giugno), dalla Bulgaria il Coro delle voci bulgare di Sliven (6 giugno) e dalla Spagna Asociación Ourensá de Folclore Tradicional con musica tradizionale Gallega (7 giugno). Nella serata finale di domenica 7 giugno si torna nelle periferie con la presentazione della graphic novel “Morti di Sonno” di Davide Reviati, preludio a una serata che vedrà l’alternarsi di danze dalla Filippine, danze dell’antico regno africano degli Edo e dimostrazioni delle millenarie arti marziali cinesi: Tang Lang spada, sciabola e mani nude, Wuxing, Shao Lin, Shuai Jiao e Long Xing Quan.

Nelle tre giornate dell’Almagià non mancheranno i sapori dal mondo con un ristorante di cucina tipica albanese e uno di specialità indiane e cingalesi. Commercianti e associazioni popoleranno l’area con bancarelle di prodotti artigianali, libri, abbigliamento, prodotti gastronomici. Nel cuore della città, a sala D’Attorre, i convegni del Festival: “Oltre la maschera … Oltre il confine” (4 giugno, dalle 9.30) una giornata dedicata alla conoscenza dell’altro attraverso le espressioni artistiche; “Il filo di Arianna nelle relazioni” (5 giugno, dalle 9.30), una giornata sul tema della mediazione interculturale nelle scuole, ospedali e aule giudiziarie; “La comunicazione in una società multiculturale”(6 giugno, dalle ore 10), tra gli ospiti Giuseppe Faso e Gabriele Dal Grande.

Durante quest’ultima giornata si festeggeranno anche i primi 10 anni di vita del primo giornale d’Italia scritto in lingua straniera: l’albanese Bota Shqiptare, con il suo direttore Roland Sejko e una serie di giovani protagonisti immigrati di seconda generazione che si stanno mettendo in gioco nella comunicazione interculturale.

L’arte accompagnerà tutte le giornate del Festival attraverso installazioni in diversi punti della città, tra cui la mostra “Oralitès” dell’Accademia delle Belle Arti, 5 giugno ore 19. Domenica 7, alle 17.30, sarà inaugurato, sul Molo di Marina di Ravenna, un monolite in marmo di Carrara dell’artista olandese Cornelis Rijken, che sarà donata alla città. Seguirà “Aspettando il tramonto sul molo” con le danze degli Atilogu Dance e una Jam Session di Djembè senegalesi.

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